CATANIA – Duecentootto anni di reclusione per 26 imputati, con pene comprese tra tre anni e otto mesi e 16 anni e quattro mesi, e due assoluzioni.
È la sentenza del processo nato dall’operazione Kynara della squadra mobile di Catania emessa, col rito abbreviato, dal gip Pietro Currò, che ha accolto le richieste della pm Tiziana Laudani.
Il procedimento è stato incardinato sulle indagini della polizia culminate, il 15 dicembre 2022, nell’arresto di 31 persone, alcune delle quali ritenute affiliate al clan Cappello-Bonaccorsi, indagate a vario titolo per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di arma da fuoco.
I corrieri dalla Calabria alla Sicilia
Dalle investigazioni della squadra mobile della questura emerse che ogni due settimane corrieri facevano arrivare dalla Calabria in Sicilia 15-20 chilogrammi di cocaina che veniva distribuita a Catania e in altre province dell’Isola per effetto di una joint venture tra le cosche calabresi e Michele Vinciguerra.
Il 45enne Vinciguerra, a capo di una articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi che, dopo la scarcerazione, nell’aprile del 2021, si sarebbe dedicato al traffico di cocaina.
L’uomo ha poi deciso di collaborare con la giustizia ed è stato condannato, in continuazione con precedenti sentenze e tenendo conto del rito alternativo, a 16 anni e quattro mesi di reclusione.
Tra le condanne di maggiore spicco emergono quelle a 15 anni e quattro mesi ciascuno a Giacomo Ravasco e Saverio Zoccoli. Il giudice ha assolto per non avere commesso il fatto Luigi Cipolla e Delio Santillo.