CATANIA – Nicola Mancuso condannato in via definitiva a 14 anni per droga. La Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado per il presunto omicida di Valentina Salamone e di tutti gli imputati che hanno affrontato lo stralcio abbreviato del processo scaturito dalla maxi inchiesta di droga denominata Binario Morto, che aveva scoperchiato un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di cocaina ed eroina ad Adrano. La piazza dello smercio era la stazione dismessa della Fce.
Questa mattina è scattato l’arresto per dieci degli imputati che si trovavano ai domiciliari. La Squadra Mobile e il Commissariato di Adrano hanno eseguito l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Catania.
I NOMI. Prospero Bua, 25 anni, condannato alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione; Salvatore Fiorenza, 36 anni, condannato alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione; Nicolò Giarrizzo, 40 anni, 8 anni e 8 mesi di reclusione, Giuseppe La Manna, 26 anni, condanna a 8 anni di reclusione; Nino Longo, 43 anni, condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione; Marco Ravità, 43 anni, condannato alla pena di 3 anni, 11 mesi e 2 giorni di reclusione, Agatino Sangrigioli, 45 anni, condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione; Biagio Trovato, 27 anni, 10 anni di reclusione; Antonino Zammataro, 43 anni, condannato la pena di 8 anni, 4 mesi di reclusione; Gaetano Zignale, 45 anni, condannato alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione.
L’INCHIESTA. L’inchiesta Binario Morto della Squadra Mobile scatta nel 2014. L’operazione aveva svelato un traffico di cocaina ed eroina con quartier generale dello spaccio i binari della stazione dismessa della Fce di Adrano. L’inchiesta aveva colpito l’opinione pubblica anche per il coinvolgimento di Nicola Mancuso, sotto processo per l’omicidio di Valentina Salamone, la 19enne trovata impiccata in una villetta nelle campagne di Adrano nel 2010. “U Sbalzu”. Questo il nome con cui veniva identificato Nicola Mancuso dai trafficanti di Adrano, che insieme a Giovanni La Rosa era – secondo l’accusa – il capo promotore dei due gruppi di trafficanti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mancuso operava per conto dei Santangelo che “smerciavano” cocaina ed eroina, mentre La Rosa era stato il referente della famiglia Rosano- Pipituni, che grazie ad un accordo potevano vendere “la polvere bianca”. Ad inchiodare gli imputati i video della polizia e le varie intercettazioni. Le telecamere piazzate dagli investigatori alla stazione e in alcune zone della città hanno registrato cosa succedeva nel 2012 nei pressi di quei “binari morti”. Le riprese hanno registrato le varie fasi dello spaccio, l’occultamento delle dosi, ma anche le azioni punitive a chi era sospettato di aver “rubato” qualche dose, quando invece lo stupefacente era stato trovato e sequestrato proprio dalla polizia.