Tre catanesi guidano |"Noi" di Salvini - Live Sicilia

Tre catanesi guidano |”Noi” di Salvini

La conquista leghista della Penisola parte da Catania. Anzi da Grammichele. Angelo Attaguile è il primo segretario nazionale di “Noi”.

CATANIA –  Tanta Catania ai vertici del movimento di Salvini. Intanto, è Angelo Attaguile il primo segretario nazionale di “Noi”, ovvero il prolungamento sudista della Lega Nord post bossiana. Riempite quindi le caselle che contano del progetto politico firmato Matteo Salvini. Il vice è invece il senatore Raffaele Volpi. Insomma, si fa sul serio. Non più soltanto un simbolo bicromatico presentato, non senza attesa, alla Camera. Venerdì scorso, infatti, si sono dati appuntamento dal notaio a Milano per mettere tutto nero su bianco. Oltre il giallo e il blu, decisa la governance della nuova entità che vedrà comunque alla presidenza il leader del Carroccio.

Più a sud di così non si può. La conquista leghista della Penisola parte dunque da sotto il Vulcano. O meglio, da Grammichele, patria del presidente onorario del Calcio Catania, ma anche dell’amico storico Raffaele Lombardo e della sua colomba bianca. Il già democristiano Attaguile deve proprio a una scelta strategica dell’ex presidente della Regione siciliana la sua elezione a Montecitorio. Nel febbraio 2013, infatti, fu candidato nel Pdl in quota Mpa. Stesso schema al Senato per l’autonomista Antonio Scavone. Le differenze tra i due esplodono però una volta a Roma. Se l’uomo forte della sanità catanese ha optato per l’iscrizione al Gal, mantenendo un profilo leale a Berlusconi; Attaguile ha sposato invece le tesi del gruppo Lega Nord Autonomie. Ed è solo l’inizio. L’illuminazione sulla via di Pontida si consolida e rilancia con l’europee dello scorso anno. Candidato sotto le insegne di Alberto da Giussano, nel collegio Italia Meridionale, raccoglie 4.251 preferenze personali, arrivando secondo soltanto a Salvini (12.688).

Ma è a Maletto, sull’altro versante della provincia etnea, che viene messa la ciliegina sulla torta di un progetto tutto da realizzare. Sarebbe più opportuno parlare di fragola. Fatto sta che Antonio Mazzeo, delfino di Attaguile, cala l’asso-piglia-tutto. Con 515 voti personali, la Lega è il primo partito del paese. La percentuale è da record (32,6) sopra al Pd e a Forza Italia. In altri termini, Maletto si scopre il comune più padano d’Italia. Un vero e proprio caso nazionale. Un risultato che oggi viene premiato con la nomina dello stesso Mazzeo a responsabile dei giovani salviniani di Sicilia.

Sì, perché la board regionale è stata già definita. Anche qui sarà Attaguile a reggere le fila della segreteria di Noi. Il capo di gabinetto è invece un altro catanese, Giuseppe Arena. Una poltrona di peso per uno che la politica la mastica già da tempo, con Alleanza nazionale prima e con l’Mpa poi. Il curriculum è d’acciaio: già assessore comunale di Umberto Scapagnini e deputato nella scorsa legislatura all’Ars, ma solo per un mandato. Matteo Salvini, infatti, se non può averli nuovissimi, pretende che i suoi compagni di strada siano almeno nuovi. Saranno escluse quindi candidature di rilievo per chi è stato già parlamentare nazionale fuori dal recinto leghista e per chi è stato eletto più di una volta nelle varie assemblee regionali. Tra i requisiti, anche il casellario giudiziario vuoto. Dopo l’assoluzione nel processo per il buco di bilancio al Comune, Arena si presenta dunque con le carte in regola.

Individuato anche il responsabile regionale della comunicazione. Passeranno esclusivamente da Fabio Cantarella i rapporti con la stampa siciliana. Un ruolo che non può che essere affidato a un giornalista. E nonostante sia attualmente il vicesindaco di Mascalucia, il suo nome compare già sui comunicati. Tutto ciò, rassicurano, è solo in forza di una professionalità totalmente extra politica. Ma fuori dalla porta di Noi, sembra siano non pochi a bussare. La cosa di Salvini alletta chi attualmente è orfano di un vero e proprio partito tradizionale. Tra questi sicuramente democristiani, autonomisti e i tanti nazionali che auspicano la nascita in Italia di un soggetto nero-verde prossimo all’esperienza di Marine Le Pen in Francia.

 


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