Tribunale, addio ai criteri fiduciari | Un concorso per il nuovo vicario - Live Sicilia

Tribunale, addio ai criteri fiduciari | Un concorso per il nuovo vicario

Il palazzo di giustizia di Palermo

Il presidente Salvatore Di Vitale ha deciso di bandire un concorso interno per scegliere il suo nuovo vice che prenderà il posto di Cesare Vincenti, che resta alla guida dell'ufficio gip. La precisazione: "È solo una questione organizzativa"

PALERMO – La notizia della revoca e del conseguente “interpello” non può passare inosservata nel clima di fibrillazione in cui è piombato il Palazzo di giustizia di Palermo. Il presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale, ha deciso di bandire una sorta di concorso interno per scegliere il suo nuovo vice che prenderà il posto di Cesare Vincenti. Una decisione insolita dal momento che il ruolo di vicario viene, per prassi, assegnato in base a criteri fiduciari.

Inutile sperare di conoscere da Di Vitale le ragioni della sostituzione. “Non confermo e non smentisco la notizia – ha detto all’Ansa -. Non faccio dichiarazioni su vicende relative all’organizzazione dell’ufficio. Al contrario, come è avvenuto nei giorni scorsi, se ci fossero notizie di interesse pubblico, sarei pronto a intervenire attraverso comunicati ufficiali”. .

Vincenti, alla guida dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari, ricopriva il ruolo di vicario da alcuni mesi, da quando il vecchio presidente Leonardo Guarnotta era andato in pensione. Di Vitale e Vincenti si sono sfidati nella corsa alla presidenza del Tribunale. Erano i due grandi favoriti. Oggi Di Vitale è il promotore di un cambio radicale nella gestione della Misure di prevenzione, la sezione che si occupa dei sequestri e della confisca dei beni ai mafiosi. Il presidente, dal giorno del suo insediamento, ha iniziato a chiedere informazioni ufficiali senza ottenere, come lui stesso ha riferito, dati completi da Silvana Saguto, il magistrato finito sotto inchiesta.

Esplosa l’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri di Caltanissetta, Di Vitale ha azzerato il collegio delle Misure di prevenzione, trasferendo tutti i giudici che ne facevano parte e affidandolo a Mario Fontana. La sua annunciata azione di rigore e trasparenza proseguirà in maniera autonoma dalle indagini dei colleghi nisseni. Sarà passata al setaccio la gestione di alcune amministrazioni giudiziarie e fatta luce sulle zone d’ombra che avrebbero favoriti nomine poco trasparenti e, nel peggiore dei casi, clientelari.

Vincenti in passato ha lavorato anche alla sezione Misure di prevenzione. Prima come componente del collegio dal 1982 al 1985 (suo il decreto di confisca dei beni dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino) poi come presidente, fino a quando gli è subentrato, nel 2010, Silvana Saguto. Nei giorni scorsi Vincenti ha ritenuto necessario rompere il suo abituale silenzio assieme al figlio. Quest’ultimo, Andrea, viene citato in uno dei decreti di sequestro eseguiti dalla Polizia tributaria nell’ambito dell’inchiesta nissena. Si parla dell’acquisto di una Land Rover “a prezzo di favore” nella concessionaria Nuova Sport Car amministrata da Walter Virga. E così Vicenti jr ha diramato una nota per spiegare di avere ottenuto un normale sconto, allegando i preventivi di alcune concessionarie pronte ad offrirgli un prezzo migliore. La nota si concludeva così: “Tanto tengo a precisare atteso che non posso permettere che il mio nome venga allusivamente accostato ai nomi oggetto del vortice giudiziario che ha investito la sezione misure di prevenzione di Palermo, guidata in modo esemplare da mio padre Cesare Vincenti fino al 2010”.

Vincenti padre che, riservandosi di tutelare la propria onorabilità in sede civile e penale, ha spiegato che “l’ipotesi investigativa prospettata è destituita di ogni fondamento, come si ricava in termini inequivocabili dalla documentazione in possesso di mio figlio Andrea: sarebbe bastato accertare la scontistica praticata da altre concessionarie Land Rover a qualunque cliente per escludere in radice l’ipotizzato trattamento ‘di favore’. La notizia di per sé è altamente lesiva dell’immagine di un magistrato che ha diretto per un decennio la sezione misure di prevenzione di Palermo con assoluta trasparenza e correttezza, come universalmente riconosciuto, e del proprio figlio Andrea, brillante professionista in materia societaria che per ragioni di opportunità non si è mai proposto per incarichi alle sezioni misure di prevenzione e fallimentare di Palermo”.

Aggiornamento

Il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, in una nota, smentisce che la revoca dell’incarico di vicario al giudice Cesare Vincenti sia “in alcun modo collegata ai fatti che hanno interessato la sezione misure di prevenzione”. “Si tratta – spiega Di Vitale – di un provvedimento di mera natura organizzativa”.

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