Sanità convenzionata, il disagio resta: "Servizi, stop il 20 di ogni mese"

Sanità convenzionata, il disagio resta: “Servizi, stop il 20 di ogni mese”

L'assessorato parla di intesa. Il sindacato no.
I SINDACATI
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PALERMO- “I toni sono stati più morbidi, rispetto all’ultima volta. Ma la sostanza non cambia. Dal 20 di ogni mese saremo costretti a sospendere i servizi in convenzione”.

Così il dottore Salvatore Gibiino, coordinatore del Cimest il ‘Coordinamento intersindacale medicina specialistica di territorio’, dopo un secondo incontro in assessorato.

La prima ‘fumata nera’

Il primo si era tenuto a fine aprile, tra i rappresentanti di questa porzione molto importante della sanità privata convenzionata e l’assessore Giovanna Volo, ma non era andato bene. Il Cimest, in una nota ufficiale, aveva lamentato: “Un atteggiamento ostile”.

Stavolta, l’assessore regionale alla Salute non c’era – così riferiscono i sindacati – la discussione ha visto la presenza del dirigente del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino. 

“Aspettiamo il decreto per decidere quale atteggiamento formale scegliere – dice Gibiino -. Noi chiediamo 350 milioni di euro, necessari per fare bene il nostro lavoro e abbattere le liste d’attesa. La Regione è salita un po’ con la sua quota: 302 milioni, più otto per la cosiddetta prevenzione secondaria che mira a evitare le complicanze di una patologia”.

Toni più distesi, ma…

“Sono fondi insufficienti – prosegue il sindacalista – che, lo posso anticipare, ci costringeranno a sospendere le prestazioni in convenzione dal giorno 20. E sarà un disagio grave per tutti”.

Toni meno duri rispetto al comunicato del 29 aprile in cui si annunciava una manifestazione davanti alla Presidenza della Regione. Sfumature che farebbero pensare a un approccio più disteso. Ma la sostanza, appunto, non cambia.

L’attesa per i manager

Quello del rapporto con i privati è uno dei tanti discorsi aperti della nostra sanità. C’è poi l’ambito squisitamente pubblico che aspetta la fumata bianca per i manager.

I nomi dei direttori generali sono già stati scelti a fine gennaio (Leggi qui la lista completa) e non ci saranno retromarce. Eppure, il via libera tarda ad arrivare. E i direttori generali restano ancora “solo” commissari straordinari.

Botta e risposta

Nel pomeriggio, successivamente, si consuma un botta e risposta. L’assessorato parla di intesa. Il sindacato smentisce.

“Definito l’accordo tra Regione Siciliana e privati convenzionati per distribuire le risorse, a valere sul 2024, e contribuire a potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali per ridurre le liste d’attesa – si legge nella nota -.

“L’intesa è stata sottoscritta nel corso di un incontro presieduto dal dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica con i dirigenti dell’assessorato della Salute e le organizzazioni sindacali rappresentative del settore”.

“L’accordo prevede una somma complessiva di 310 milioni di euro, da distribuire alle varie branche (dai laboratori di analisi alla fisiokinesiterapia, dalla cardiologia alla radiodiagnostica ed alle altre branche) e per provincia, con un aumento di ben 12 milioni di euro rispetto allo scorso anno. In aggiunta sono stati definiti i fabbisogni specifici di radioterapia (35 milioni) e nefrologia (102 milioni)”.

Ma Cimest…

“Siamo purtroppo costretti a smentire il Comunicato Stampa dell’Assessorato che dichiara che abbiamo raggiunto una intesa – si legge nella nota di Cimest -. L’Assessore ha potestà legislativa e programmatoria pertanto ha ben evidenziato che le risorse messe a nostra disposizione sono 310 e nient’altro. Quindi aver firmato il verbale non vuol assolutamente dire che lo si condivide pienamente, ma lo si è costretti ad accettare solo per quello che, in atto, la Regione con la sua attività programmatoria mette a disposizione”.


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