"Troppe spese a causa del Covid" |Cassa integrazione alla Reset - Live Sicilia

“Troppe spese a causa del Covid” |Cassa integrazione alla Reset

Procedure per oltre mille lavoratori. Orlando: "Daremo due milioni in più"

Palermo - FASE 2
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PALERMO – Spettro della Cassa integrazione per 1.059 dei 1.360 dipendenti della Reset, società consortile del Comune di Palermo che si occupa dell’erogazione di servizi per Palazzo delle Aquile. La decisione di avviare le procedure è stata comunicata dall’amministratore unico, Antonio Perniciaro, al sindaco, Leoluca Orlando, e ai sindacati con una lettera. A rischio servizi come la manutenzione del verde delle villette e dei giardini comunali, oltre che degli spazi esterni delle scuole, la custodia, l’accoglienza e la pulizia degli uffici comunali. I motivi evidenziati da Perniciaro “sono collegati – scrive – agli effetti del diffondersi dell’epidemia da Covid-19”. Le disposizioni anti-contagio, infatti, “hanno determinato e determineranno direttamente o indirettamente un impatto negativo nell’attuale condizione economico-finanziaria aziendale, oltre a dove necessariamente mutare alcune modalità di erogazione dei servizi”.

In un andamento economico aziendale di “sostanziale equilibrio nel primo trimestre del 2020”, secondo l’amministratore unico di Reset si inserisce “una condizione di pericoloso disequilibrio prospettico” per effetto del coronavirus avrebbe causato un aumento di alcune voci di spesa: tra queste quella per i Dpi e i prodotti igienizzanti che, su base annua, secondo la società, varrebbe un aumento di uscite pari a 800mila euro. A questo si aggiungono le attività di sanificazione chieste dal Comune “senza che al momento”, dopo tre mesi, sia stata effettuata alcuna fatturazione. Nella lettera, inoltre, Perniciaro ricorda la riduzione del contratto di servizio con il Comune rispetto al 2019, con un decremento pari a due milioni di euro, e il “mancato avvio della mobilità interaziendale” che avrebbe dovuto portare 94 dipendenti verso Rap e sei in Amat. Quest’ultima voce varrebbe da sola “un aggravio di costi pari a circa 2,5 milioni di euro”.

Sulla vicenda è intervenuta la Cisal, con il suo segretario provinciale Gianluca Colombino: “Nessun consenso a una ipotesi di attivazione di ammortizzatori sociali o altri istituti che penalizzino ulteriormente i redditi dei lavoratori”, afferma. Il sindacato non esclude la possibilità di “promuovere iniziative immediate ed eclatanti di mobilitazione dei lavoratori”. Dal consiglio comunale arriva la voce del gruppo Avanti insieme, che guardando a un incontro fissato per il 27 maggio con l’Amministrazione auspica la nascita di “soluzioni utili a bloccare le procedure per la cassa integrazione. Viceversa – dicono i consiglieri – gli effetti saranno devastanti, sia per i lavoratori che si vedranno ridurre ancor di più i salari da part-time, sia per la cittadinanza, considerato che i servizi offerti subiranno una drastica riduzione”.

(DIRE)

*Aggiornamento

“Chiediamo che il sindaco di Palermo riferisca in consiglio comunale sull’allarmante situazione di Reset. Non possiamo tacere di fronte alla notizia dei 1.059 lavoratori, su un totale di 1.360 dipendenti della Reset, che rischiano di essere messi in cassa integrazione”. Lo dicono i consiglieri comunali del Movimento cinque stelle di Palermo, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo. “Sappiamo che le vere ragioni non possono ridursi alla crisi economica scaturita dal Covid, ma che vanno ricercate nella mancanza di azioni correttive che a fine anno rischia di determinare una perdita economica di 4.100.000 di euro a carico dell’azienda – aggiungono -. È evidente che al sindaco non importa nulla del decoro, del verde, della manutenzione dei giardini e del patrimonio scultoreo della città; tanto è vero che sta trascurando questo comparto e le maestranze che operano nel settore. Gli effetti di questa riduzione del personale potrebbero rivelarsi devastanti per la città, già afflitta da molteplici problematiche. A preoccupare non è soltanto la mancanza di servizi essenziali, ma la pesante ricaduta sociale che si ripercuoterebbe sui dipendenti e sulle loro famiglie – aggiungono i consiglieri M5s -. In una città storicamente afflitta da problemi lavorativi ed economici mai risolti, non c’è alcun bisogno che se ne aggiungano di nuovi per colpa della cattiva amministrazione delle partecipate e di un sindaco parolaio. Chiediamo ad Orlando un confronto pubblico in Consiglio, per scongiurare questo ennesimo fallimento”.

“Nel corso di un odierno incontro e alla presenza di tutti i dirigenti interessati ho dato mandato agli uffici finanziari di inserire intanto, in fase di predisposizione del bilancio 2020, un incremento di almeno due milioni di euro destinati al Contratto di servizio della azienda”. Lo dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in merito alla situazione della Consortile Reset, che ha annunciato l’intenzione di mettere in Cassa integrazione 1.059 lavoratori. “Ho altresì incaricato il vicesindaco Fabio Giambrone e l’assessore Sergio Marino di avviare una ricognizione di tutti i servizi che in questo periodo di uscita dall’emergenza Covid-19 possono essere affidati a Reset in città, così come avvenuto durante nella fase del blocco. Quando, al termine della ricognizione anche su nuovi servizi per Reset, avremo chiaro un quadro complessivo di attività da affidare ai suoi lavoratori e con quali fondi ulteriori, ritengo indispensabile un incontro della Amministrazione e del presidente della Reset con le organizzazioni sindacali per discutere insieme i futuri passi da compiere confermando l’importanza della attività svolta da Reset grazie all’impegno dei suoi lavoratori”.

(DIRE)

 


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