Troppo brutti per essere veri: Catania, dov'è il carattere?

Troppo brutti per essere veri: Catania, dov’è il carattere?

Il pari col Monterosi riaccende critiche e dubbi

CATANIA – Non sappiamo se sia più dura digerire un pareggio maturato in pieno recupero mandando al macero tre punti che sarebbero valsi oro, oppure recriminare sull’atteggiamento di una squadra che – anche ieri – per larghi tratti della partita è parsa scomparire dal campo.
Quello che, al contrario, sappiamo è che la scossa auspicata dopo l’1-0 di domenica al Taranto non è arrivata. Non basta il vantaggio maturato grazie ad un’autorete o il colpaccio sfumato nell’extra-time a giustificare una prova incolore nella forma e nella sostanza.

Una squadra che non riesce proprio a dare costanza ai risultati: quando sei lì lì a pensare che finalmente si sia imboccata la strada giusta, ecco – alla partita successiva – prendere la coppola che ti riporta con i piedi per terra. 
Chiaro che sul banco degli imputati vi sia il tecnico. Mister Tabbiani sulla graticola c’è a prescindere: lo era ieri, figuriamoci oggi.

Eppure le colpe di questo inizio stagione quasi apocalittico sono di tanti padri e focalizzarsi solo sul tecnico genovese dà l’impressione di spostare, e non risolvere, alcun problema. Non c’è più solo il gioco a non convincere: sul banco degli imputati finisce inevitabilmente anche la costruzione iniziale della rosa con diverse pedine che appaiono platealmente fuori dalla possibilità di reggere ritmi elevati per novanta minuti. Novantacinque, pardon.

Al gruppo il dovere di risalire la classifica. Alla dirigenza, la responsabilità di dirci cosa sta accadendo. E non alludiamo certo solo ai magri risultati.
Domenica al Massimino arriva l’Avellino.

[Foto Catania FC]


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