CATANIA- Salvatore D’Urso detto “Tuccio”, è passato alla storia, alle falde dell’Etna, non solo per i il periodo in cui ha guidato, tra luci e ombre, l’Ufficio speciale emergenza traffico. Ma soprattutto per l’elmetto giallo che portava in testa durante la campagna elettorale per le regionali del 2006, quando era candidato con l’Udc.
Elicotteri, cartografie, e quell’elmetto giallo sempre in testa: se lo tolse quando la Procura sequestrò il parcheggio di piazza Europa realizzato da Ciancio e Virlinzi. Sono passati 5 anni, ma il ricordo di “Tuccio”, che annuncia nel 2007 pubblicamente di essere stato vittima di un complotto tra magistratura, massoneria e politica, è ancora forte, come quel sorriso sornione che ha lasciato il posto a un’esplosione di gioia quando in primo grado è arrivata l’assoluzione nel processo per i parcheggi. La Procura ha fatto appello, ma a turbare l’autunno dell’ingegnere palermitano, ma catanese d’adozione, ci hanno pensato i pm Antonino Fanara e Agata Santonocito, che ieri hanno convocato Tuccio, per rendere dichiarazioni nel procedimento della Circumetnea che lo vede indagato.
Per rispondere ai fatti ipotizzati dagli inquirenti, D’Urso, ai microfoni di LivesiciliaCatania, utilizza un ragionamento semplice, quasi da pallottoliere: “Sono trascorsi 5 anni dall’inizio delle indagini. Se i pm, con i primi accertamenti, avessero trovato un minimo di riscontro alle ipotesi al centro dell’investigazione, sarebbero scattati provvedimenti gravissimi”.
Gli arresti?
“Esatto -risponde D’Urso- il pubblico ministero Fanara, per quello che so io, ma questo non lo scriva -aggiunge scherzando- voleva fare 40 arresti a fronte di un quadro originario che parlava di un’enorme attività truffaldina messa in atto da imprese in cui era coinvolta tutta la Circumetnea”.
Forse è meglio parlare di ipotesi…
Giusto, le ipotesi a quel tempo erano di una gravità eccezionale, la verità è che dopo anni di approfondite indagini, questo quadro non ha portato a nulla.
La sua posizione sta per prescriversi?
Si, ma i fatti contestati, come per i parcheggi, sono verosimili e non veri.
Lei è accusato di aver accettato l’incarico di collaudatore della metropolitana realizzata da Uniter, dopo aver ricevuto, nella qualità di Rup dell’Ufficio speciale emergenza traffico, diverse decine di migliaia di euro sempre dalla Uniter. Per questo, sarebbe stato in conflitto d’interessi e avrebbe attestato falsamente l’assenza di situazione di incompatibilità…
Io ho svolto un lavoro non per l’impresa, ma per il comune di Catania, poi solo successivamente i parcheggi sono stati aggiudicati alla Uniter, ma io ho lavorato per il Comune
L’Uniter però ha pagato lei?
E’ come se fosse una partita di giro. La cosa importante però è che io ho ricevuto l’incarico dal Comune e non dall’impresa.
C’è anche il falso ideologico…
Io ho dato soltanto un nulla osta ad un’approvazione che era stata data dall’ufficio tecnico del comune di Catania. Ho trasmesso atti approvati da un altro organo. Poi questi atti, su 12 chilometri di tratta, consistevano nello spostamento delle scale mobili della fermata di Cibali della metropolitana. Questa sarebbe la variazione incriminata.
Com’è possibile che le stesse persone erano componenti delle commissioni dell’Ufficio speciale e della Circumetnea e nessuno si è accorto che il parcheggio Africa si sovrapponeva alla galleria della metropolitana?
Le distanze di sicurezza sono state rispettate, semmai mi permetta di rigirare la domanda: Perché l’amministrazione comunale non ha imposto all’impresa di realizzare l’opera? C’è un’inadempienza gravissima di chi è venuto dopo di me negli uffici e non ha dato il via al parcheggio Africa che non è stato mai intaccato da alcun provvedimento. E’ un’opera importante perché dovrebbe sorgere in un posto in cui la richiesta di parcheggi è enorme.
Come mai in questo momento tra tutte le opere dell’Ufficio speciale nessuna è partita, oltre a quella attenzionata dalla magistratura?
Se lei ci fa caso, analizzando il nuovo piano del traffico che avete pubblicato (clicca qui), le opere realizzate durante la mia gestione sono diventate i pilastri del nuovo assetto urbano catanese, ma non si fa più nulla per realizzare il resto delle opere, per le quali io avevo indicato anche le fonti di finanziamento.
Cosa è successo?
La tragica verità è che è subentrata un’assoluta incapacità nel realizzare alcunché. E’ questa la verità della nostra città.
Qual è il suo giudizio tecnico sull’amministrazione Stancanelli?
L’unica cosa che è stata recepita è un brandello della linea veloce che avevamo progettato da Tremestieri a Catania. Per il resto onestamente quest’amministrazione non ha fatto assolutamente nulla.
Altri sassolini nelle scarpe?
Il primo è il waterfront che era previsto anche nel vecchio piano regolatore, il secondo è la villa Bellini, che è stata massacrata nonostante siano stati spesi decine di milioni di euro
Tornerebbe a Catania?
Non ne ho alcuna intenzione, forse da pensionato, mi hanno levato anche il piacere di passeggiare nella villa Belllini.
C’è stato un momento in cui imprenditori e determinati amministratori erano molto vicini, diciamo che facevano parte dello stesso sistema che gestiva praticamente tutto?
Assolutamente no, noi abbiamo fatto gare, controgare, gare pubbliche, gare private…
Lei una volta ha denunciato in Procura che c’era un’associazione a delinquere che comandava in Comune…
Io mi riferivo a un personaggio che comandava nel Comune, questo personaggio, di cui non pronuncio il nome, adesso è stato condannato per corruzione giudiziaria e la Procura lo ha utilizzato come teste contro di me nel processo per i parcheggi. Sino a quando non è arrivato il nuovo procuratore della repubblica, una determinata categoria di imprese non è stata mai scalfita. Adesso hanno ottenuto un grossissimo sequestro di beni.
A chi si riferisce?
Non ne faccio nomi. Queste imprese erano state al centro anche di un mio esposto perché su 5 gare dell’Ufficio speciale azzeccarono 5 volte il numero di aggiudicazione e poiché si andava all’estrazione è come se avessero fatto “13” cinque volte. Quello che ricordo è che nonostante gli esposti quest’impresa è stata oggetto di attenzioni soltanto con l’arrivo del nuovo procuratore della Repubblica. Il problema è che se vogliamo andare a scavare su collusioni credo che il discorso sia molto profondo, com’è molto profondo il rapporto tra la massoneria e l’amministrazione.