Ingegnere Tuccio D’Urso, come mai lei è stato allontanato dal suo incarico?
“Mah, che vuole… Di solito, quando non si sa cosa è successo davvero, c’entrano i poteri forti e…”.
Ingegnere, cominciamo già ad avvicinarci alla zona querela…
“Alt, preciso. Facevo un’ipotesi da lettore di libri gialli. Quando succede una cosa misteriosa, come è accaduta a me, all’ultima pagina si scopre che ci sono poteri forti in ballo. Specialmente in Sicilia”.
Tuccio D’Urso, figura non sempre sul monitor, ma sempre presente con il suo peso di altissimo burocrate. Si inabissa ed emerge, nelle cronache siciliane, per schizzare in alto, nei cieli della politica, come nella raffigurazione di sé medesimo, tale e quale al Superman che campeggia in effigie sui social e sul suo smartphone. Il presidente Schifani, come da cronache, gli ha revocato l’incarico di soggetto attuatore per il potenziamento della rete ospedaliera siciliana. Il siluramento è stato spiegato pressappoco così: finita l’emergenza del Covid si ritorna alla normalità, nell’alveo dell’amministrazione, senza più deus ex machina. L’ingegnere ha altre idee, le sue idee, generalmente contundenti. E’ una eminenza grigia, ma è anche un uomo senza peli sulla lingua: aspetti che generalmente non collimano. Parla e scrive tantissimo sui social, attività che gli costò una mozione di censura dell’Ars. ‘Ingegnere, siamo in zona querela’, qui, diventa una sorta di parola di sicurezza, stabilita in piena concordia, davanti ad affermazioni che vanno soppesate, prima di essere confermate o corrette.
Ogni tanto, ingegnere, le scappa la frizione, come si dice…
“Sono una persona schietta e libera, senza condizionamenti. Mi posso guardare allo specchio e affermo quello che penso”.
Sa cosa pensano di lei gli altri?
“Pensano tante cose diverse, immagino”.
C’è chi la descrive come un uomo legato al carro del potere. Musumeciano con Musumeci, ma era stato – riferiscono – cuffariano con Cuffaro e lombardiano con Lombardo…
“Sciocchezze. Sono al servizio dell’amministrazione, senza risparmio, da quarant’anni. Ma è vero che il presidente Musumeci ha tenuto fuori gli affaristi dalla sanità. Un governatore specchiato che ha raggiunto grandi traguardi. E mi dispiace che non gli sia stato permesso di ricandidarsi”.
Ecco, appunto, lei ha scritto un post in cui, accanto a una foto che ritrae Gianfranco Miccichè, si legge: ’E il gatto è ministro della Repubblica’. Sembra un ironico sfregio all’ex presidente dell’Ars che si era imbarcato in parafrasi feline, a proposito delle regionali e dello stesso Musumeci.
“Il presidente Musumeci ha meritato quell’incarico a Roma e so che darà un’ottima prova di sé. Il mancato bis non produrrà niente di buono per la Sicilia. No, temo che non possiamo aspettarci proprio niente di buono. Ci sono stati due grandissimi presidenti…”.
Uno è Musumeci, ci scommetto…
“E l’altro è stato Rino Nicolosi. E Ruggero Razza è stato un ottimo assessore alla Salute. Mi sarebbe piaciuto assistere alla sua riconferma. Anche lui l’avrebbe meritato e ci speravo”.
Ma tanti attaccano la gestione della Sanità.
“Mi consente di leggere un altro mio post su Facebook, visto che abbiamo fatto riferimento ai social?”.
Prego.
“Leggo, allora: ‘Con i poteri speciali concessi al Presidente Musumeci per il potenziamento della rete ospedaliera regionale, in esattamente 24 mesi sono stati realizzati 200 posti letto di terapia intensiva, altri 200 Sono in corso di ultimazione o di costruzione, sono stati potenziati o costruiti ex novo 18 pronto soccorso. Risultato conseguito riscrivendo integralmente il piano originario, impegnando 140 milioni di euro, avendo progetti pronti per ulteriori 100 milioni di euro, già presenti nel bilancio della Regione. Sono infatti progettati e finanziati ulteriori 171 posti di terapia intensiva e altri 11 pronto soccorso’”.
E quindi…
“Mi faccia finire di leggere: ‘È un risultato straordinario ottenuto in forza di una normativa approvativa semplificata, di una contabilità speciale che ha superato i lacci del bilancio regionale, di un unico centro di decisione, sottoposta ad un controllo serrato effettuato in tempo reale da parte delle autorità romane. Al di là delle decisioni prese dal Presidente Schifani di riportare ad una presunta normalità queste attività, i risultati conseguiti parlano chiaro’. Ecco, le cose stanno così”.
Insomma, il presidente Schifani proprio non le sta simpatico….
“Ma noooo, gli auguro di svolgere bene il suo compito, nell’interesse di tutti. Ma le prime scelte mi lasciano alquanto perplesso”.
Eppure, c’è chi la accusa di…
“Sì, lo so, Mario La Rocca non mi può vedere. Nella mia rimozione, secondo me…”.
Ingegnere, siamo in zona querela.
“Non mi stupirei, insomma, se qualcuno avesse chiesto la mia testa. Il mondo della burocrazia è un sistema complicato, ci sono le invidie e le gelosie. Non si perdona niente, specialmente il dovere compiuto. La storia di cento milioni bloccati per ventisei progetti già pronti ad andare in gara d’appalto l’avete tirata fuori voi giornalisti.”
L’ingegnere La Rocca, capo del Dasoe, poverino, si è beccato un pugno in faccia, di recente.
“L’hanno visto che correva. A proposito, come sta?”.
Ingegnere…
“Va bene. Gli auguro una prontissima guarigione”.
Lei, scusi la curiosità, per chi ha votato?
“Per Giorgia Meloni alle nazionali. Ha elogiato il nostro lavoro e, a prescindere da questo, mi pare un politico perbene di grande capacità e onestà” .
E alle regionali?
“Avrei votato per Musumeci”.
Che, però, non c’era.
“Peccato”.
Per chi ha votato, ingegnere?
“Per Schifani e Aricò”.
Il suo santino social in calzamaglia, come Superman, che trovata è?
“Abbiamo scherzato insieme con Stefania Petyx, di ‘Striscia’. E’ stata Stefania a dirmi: ingegnere, lei è come Superman”.
Ai voli più ambiziosi possono seguire scomodi atterraggi.
“Rischi del mestiere di supereroe. Abbiamo finito?”.
Sì, ingegnere.
“Mi faccia rileggere tutto, per piacere. Non voglio troppi guai”. (Roberto Puglisi)