A gennaio risulterebbero già vendute il 40% delle camere per i mesi di marzo e aprile, soprattutto nel periodo pasquale. Previsioni positive quindi anche per il 2024 dopo un 2023 “con il ritorno dei viaggiatori internazionali e quote di venduto per le imprese ricettive italiane superiori al 2019”. Emerge dallo studio sulle imprese commissionato da Enit-Unioncamere a Isnart, presentato oggi alla Borsa Internazionale del Turismo, all’Allianz Mico di Milano.
“Abbiamo ancora da lavorare sui flussi, tuttavia il 2024 si preannuncia un anno molto positivo”, ha detto Loretta Credaro, presidente dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Turistiche. Lo studio rileva che nel 2023 si sono registrate in Italia 851 milioni di presenze, che hanno generato un impatto economico sui territori di oltre 84 miliardi di euro. Gli stranieri spendono in media sui territori 68 euro al giorno a persona, più degli italiani, che si attestano intorno ai 62 euro. In crescita, oltre le spese per l’alloggio (+33%), anche quelle per il settore dell’abbigliamento e del manifatturiero (+13%).
“Da sottolineare come le aziende mostrano una maggiore attenzione alla formazione del personale, considerata leva fondamentale di qualificazione della propria offerta dal 68% degli stakeholders, tanto che il 20% degli operatori dichiara di averne migliorato le condizioni contrattuali”, ha commentato Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit. Tra i turisti, i millennial (28-44 anni) rappresentano il 41,1% del totale: diplomati e laureati, occupati e con uno status economico medio alto.