Tutte le carte del Ros su Amantea |Il profilo del vice di Santapaola - Live Sicilia

Tutte le carte del Ros su Amantea |Il profilo del vice di Santapaola

L’uomo d’onore avrebbe conquistato un posto di vertice nella nuova cupola.

l'inchiesta kronos
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CATANIA – Il collaboratore Santo La Causa lo ha definito “l’uomo d’onore di Paternò”. Francesco Amantea, finito in manette nel blitz Kronos lo scorso aprile, è considerato dagli inquirenti uno dei capi di Cosa Nostra catanese. Sarebbe secondo solo al nuovo boss Francesco Santapaola, figlio di un cugino di Nitto e finito anche lui in gattabuia nell’ambito dell’operazione del Ros. Franco Amantea avrebbe dunque conquistato un posto di vertice nella nuova cupola e fin dalla sua scarcerazione (avvenuta il 28 febbraio 2015) si sarebbe prontamente reinserito nel circuito della criminalità organizzata. Avrebbe partecipato a una serie di summit che avrebbero avuto tra gli obiettivi anche quello di nominare il “rappresentante commerciale” e “la ripartizione delle attività illecite nel calatino”.

Che lui fosse il capo ne sarebbero stati certi anche i due “carusiddi” Salvatore Di Benedetto e Giovanni Pappalardo (arrestati anche loro nel blitz Kronos) che durante una discussione avrebbero commentato il fatto che Pippo Floridia (clan dei Nardo e alleato dei Santapaola) avrebbe presentato Franco Amantea come il rappresentante di Vincenzo Santapaola, figlio dell’ergastolano Nitto. Questa intercettazione sarebbe avvenuta dopo il vertice del 29 febbraio 2016.

Franco Amantea è un uomo degli Assinnata di Paternò. Un uomo di famiglia. E’ infatti sposato con Nicoletta Assinnata, sorella di Salvatore e figlia del capo indiscusso di Paternò, Domenico Filippo. Nel corso dell’ultimo summit monitorato dai Ros, Franco esterna l’orgoglio per la sua famiglia e i suoi figli.

Il boss di Paternò è presente agli incontri strategici della nuova cupola di Catania. Il giorno prima della vigilia di Natale il summit è proprio all’ombra del castello normanno. Ciccio Santapaola invia come suo rappresentante Roberto Vacante, marito di Irene Santapaola (figlia dello scomparso Salvatore, fratello di Nitto). All’appello ci sono anche Salvatore Russo, Pippo Floridia del clan Nardo (costola del nuovo organigramma di cosa nostra), Salvatore Di Benedetto, Giovanni Pappalardo e Rino Simonte.

Il Gip Rosa Alba Recupido nell’ordinanza evidenzia lo spessore criminale di Amantea e il suo ruolo decisionale all’interno dell’organizzazione elencando i summit a cui partecipa, anche accompagnando Francesco Santapaola. Il 27 gennaio c’è un vertice in via Maltese a Catania. Un incontro documentato anche dalle telecamere del Ros. Ma è di alto interesse la riunione che si è svolta a Francofonte a casa di Galioto. L’uomo d’onore di Paternò siede allo stesso tavolo di Aldo Ercolano, figlio di Sebastiano, Salvatore Seminara, il capo di cosa nostra enne e ora per gli inquirenti il boss di Caltagirone, Pippo Floridia, il reggente dei Nardo di Lentini. Il ruolo direttivo del paternese si evidenzia da un particolare. Ad un certo punto Amantea avrebbe stilato una lista di “mediatori”. Picciotti autorizzati a intervenire per sedare situazioni di conflitto. A quel punto si teneva una riunione riservata a pochi, e tra quei “pochi” non poteva mancare l’uomo d’onore di Paternò. A marzo l’incontro si sposta a casa di Alfonso Fiammetta ai domiciliari: nella riunione sarebbe stato sentenziato di estromettere Di Benedetto dal controllo di Palagonia. Le cimici del Ros, dopo il summit, intercettano alcuni commenti dei “caruseddi” (Pappalardo e Di Benedetto) all’indirizzo di Amantea non certo felici. Ad un certo punto, apostrofano “Franco di Paternò” come un “lestofante”. Questo mentre si parlava di un presunta estorsione ai danni di un cementificio.

Amantea e l'ultimo summit

Ma è nell’ultimo summit che si comprende quanto “conta” Amantea a livello gerarchico nella nuova cupola. Pippo Floridia gli affida il compito di parlare con il “vecchio”. Il vecchio non sarebbe altro che Salvatore Seminara, il boss settantenne che aveva convocato l’incontro per risolvere una serie di questioni “incombenti”. Amantea avrebbe avuto la “dialettica” di poter “ragionare” con zu Turiddu. Insomma Amantea – scrive la Gip – sarebbe stato un soggetto “adeguato” e “di spessore” per conferire con un “anziano”. Turi Seminara, appunto.

Amantea comunque è una vecchia conoscenza del Ros. Già nel 2008 è stato fermato per estorsione e mentre era in carcere arrivò l’ordinanza dell’operazione Padrini dei Carabinieri. Fino al 2006 inoltre il boss avrebbe retto le file della famiglia di Paternò, almeno fino alla scarcerazione del cognato Salvatore Assinnata.

L’uomo d’onore di Paternò avrebbe avuto rapporti diretti con l’ex capo di Cosa nostra catanese Enzo Aiello, coinvolto nel blitz Iblis. Secondo gli inquirenti Amantea era particolarmente “vivace” e operativo nel sodalizio mafioso. Oltre ai rapporti con Aiello avrebbe avuto legami anche con Turi Catania, capo della mafia di Bronte almeno fino al 2008 come emerso nel processo “Gatto Selvaggio”.

Ma non è finita. Erano così stretti i rapporti con Paternò che Vincenzo Aiello, capo indiscusso dei Santapaola, aveva scelto un bar di Sferro per i suoi incontri con boss e uomini d’onore. In uno di questi incontri era presente anche Franco Amatea. E’ il 10 luglio 2007 quando le telecamere del Ros immortalano un summit con cui i mafiosi di Cosa nostra catanese incontrano gli emissari inviati direttamente dai Lo Piccolo di Palermo.


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