PALERMO – È una lunga lista di nomi quella che mette insieme tutti i candidati che sperano di entrare in Parlamento, Camera o Senato, approfittando dei voti dei capolista. Molte candidature si ripetono in più collegi, in Sicilia o in tutta Italia, e potrebbero quindi essere degli apripista per chi si trova al secondo posto. Insomma, è importante sbirciare anche dietro ai capolista, per scoprire chi realmente potrebbe essere eletto il 4 marzo.
Strategia di alcuni partiti è stata, per esempio, quella di piazzare poche donne candidate ma in molti collegi, che potrebbero quindi lasciare il passo a una schiera di colleghi uomini. Due donne sole, per esempio, Maria Elena Boschi del Pd e Giulia Bongiorno della Lega, candidate insieme in ben 11 collegi, potrebbero lasciare, nella migliore delle ipotesi, nove seggi a chi le segue. Chi potrebbe essere eletto al loro posto?
Proprio la Boschi, del Partito democratico e renziana di ferro, è esemplare perfetto di questo meccanismo. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è candidata in ben sei collegi differenti, tra cui quello di Bolzano che, dicono, sia una roccaforte perché il Pd, lì, ha un accordo con l’Svp locale e i 5 Stelle e Leu sono marginali, stando ai sondaggi. Il sottosegretario però è candidato anche in altri cinque collegi, tre dei quali sono in Sicilia. Una scelta pensata a tavolino che pare non avere nulla a che fare con il G7 di Taormina perché se la scommessa sulla Boschi si rivelasse vincente, l’ex ministro farebbe da apripista a tre nomi di rilievo della nomenclatura regionale dem: al segretario regionale (dimissionario) Fausto Raciti nel collegio Paternò-Ragusa-Avola-Siracusa, al segretario provinciale Carmelo Miceli nel collegio Bagheria-Marsala-Trapani-Monreale, e al rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra, candidato anche nel collegio uninominale di Messina, nel collegio Messina-Enna-Barcellona.
Altro caso di pluricandidatura nel Pd, è quello di Paolo Gentiloni. Candidato nel collegio Catania-Acireale-Misterbianco, il premier è candidato anche in due collegi delle Marche e nel Lazio nel collegio Roma 1: in Sicilia alle sue spalle c’è Francesca Raciti, che è stata il primo presidente donna del Consiglio comunale di Catania. Al Senato, è candidata Valeria Sudano, sia col sistema proporzionale nella circoscrizione orientale che nel collegio uninominale di Catania, dove sfida Raffaele Stancanelli. Se dovesse farcela in entrambi, potrebbe arrivare a Palazzo Madama anche Giuseppe Picciolo, ex deputato dell’Ars.
Ci sono casi eclatanti anche tra le fila dei Liberi e Uguali di Pietro Grasso. A cominciare proprio dal presidente del Senato che si ricandida per la stessa camera sia nel proporzionale che nell’uninominale. Dietro di lui, è candidata Mariella Maggio, ex parlamentare regionale del Pd. È stata molto criticata anche la scelta di piazzare in tutti i collegi della Sicilia orientale Guglielmo Epifani, ex Cgil ed ex Pd. Dietro di lui, nei collegi plurinominali, sperino che scatti il seggio Maria Flavia Timbro, avvocato ex Pd, Marisa Barcellona, docente universitaria, e soprattutto Valentina Borzì, ex Rsu Cgil, candidato anche nel collegio uninominale di Paternò e molto vicina al capolista Epifani.
È candidato in due collegi plurinominali (Palermo e Bagheria) e in uno uninominale (Palermo Resuttana San Lorenzo) anche Erasmo Palazzotto, deputato uscente di Sinistra italiana. La sfida nel collegio uninominale è difficile, perché la sfida è con il recordman di preferenze del centrodestra Francesco Cascio, quindi Palazzotto può sperare nell’elezione in uno dei due collegi plurinominali. Dietro di lui, in lista, sempre Ina Pantaleo: i due camminano in tandem e l’obiettivo è l’elezione di entrambi.
Nelle liste di Forza Italia a fare da apripista per un uomo potrebbe essere Stefania Prestigiacomo, ex ministro del governo Berlusconi, che è candidata sia nel collegio di Messina che in quello di Paternò-Ragusa-Avola-Siracusa. Nel primo, il suo nome è seguito da Nino Germanà, ex Ap, big sponsor dell’assessore di Crocetta, Carlo Vermiglio; nel secondo, c’è invece Giovanni Mauro, ex senatore di Ragusa. Altro caso di “una donna per più posti” è quello di Matilde Siracusano, ex aspirante Miss Italia, da anni assistente parlamentare di Forza Italia alla Camera. Il suo nome è primo nel collegio plurinominale di Bagheria, seguita da Ugo Zagarella, storico collaboratore di Micciché; mentre segue quello di Antonino Minardo nel collegio di Acireale; in più, la Siracusano sfida il rettore Navarra nell’uninominale di Messina.
Nella Lega Nord di Matteo Salvini, il leader è il primo esempio di candidato “mare e monti”: Salvini è candidato nei collegi di Calabria, Lazio, Lombardia, Liguria e, infine in Sicilia, come capolista per il Senato nella Circoscrizione orientale. Dietro di lui, sempre in Sicilia, l’ex sindaco di Lecco (in Lombardia) Antonella Faggi. Capolista della circoscrizione Sicilia occidentale per il Senato è l’avvocato Giulia Bongiorno, presente in altre quattro circoscrizioni d’Italia. Dietro di lei il leghista di ultima generazione Santo D’Alcamo, ex assessore del comune di Monreale.
Sembra quasi una candidatura a favore del secondo in lista, quella di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, come capolista nel collegio di Acireale. Il secondo è Manlio Messina, fedelissimo della Meloni. Il suo nome fu tra i papabili per un posto nella giunta Musumeci dopo l’ottimo risultato del partito alle ultime Regionali, ma lui preferì optare per una candidatura alle Politiche. E così eccolo in tre collegi diversi: secondo, dietro alla Meloni, ad Acireale; primo a Ragusa, seguito da Valentina Zorzi, e nell’uninominale di Catania, a sfidarsi con Giuseppe Berretta del centrosinistra. Per Giorgia Meloni è più probabile che scatti il seggio in uno dei tre collegi in cui è candidata nel Lazio (e uno pure in Lombardia). Ed è candidata in tre collegi diversi anche Carolina Varchi, avvocato palermitano di Fratelli d’Italia. È capolista nel collegio di Bagheria, seguita da Gianpiero Cannella, altro esponente della prima ora di Fdi in Sicilia, e a Sciacca, seguita da Calogero Pisano. Uno dei due, o tutti e due i candidati che seguono la Varchi hanno buone chance di farcela perché nell’uninominale di Bagheria, dove l’avvocatessa è pure candidata, non ci sono avversari di rilievo.
Nella lista di “Noi con l’Italia” spicca il nome di Mariella Ippolito, candidata in tre collegi differenti. L’assessore della giunta Musumeci è capolista a Messina, seguita da Massimo Dell’Utri, mentre è seconda a Giuseppe Ruvolo nel collegio di Sciacca e a Giuseppe Lombardo, nipote dell’ex governatore, nel collegio di Paternò. L’assessore non ha ancora detto cosa farà se dovesse essere eletta, ha parlato soltanto di “impegno per un progetto in cui crede”. Infine, potrebbe essere eletta in Sicilia l’ex showgirl Gabriella Carlucci, candidata nel collegio di Bagheria alle spalle del leader Saverio Romano. Romano, infatti, è candidato anche nel collegio uninominale di Monreale, quindi non è detto che la Carlucci non conquisti da Bagheria un seggio a Montecitorio.