Tutto su "zio Mario" Mirabella |Dal clan del "Malpassotu" alla droga - Live Sicilia

Tutto su “zio Mario” Mirabella |Dal clan del “Malpassotu” alla droga

Il profilo del latitante catturato dalla Squadra Mobile.

IL COVO A CANALICCHIO
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CATANIA – Da “picciotto” dei Malpassotu a trafficante di droga. La carriera criminale di Mario Agatino Mirabella, il latitante catturato dalla Squadra Mobile, può riassumersi così. Il settantenne ha cercato di evitare la prigione per oltre un mese nascondendosi in uno stabile anonimo di Canalicchio, ma la sua libertà è finita sabato quando gli agenti della sezione “Catturandi” hanno fatto irruzione nella mansarda al civico 51 di via Pietro Novelli. Il settantenne è finito in una cella di Bicocca, deve scontare una pena di 14 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. La cattura del latitante è stato il risultato di una mirata attività di monitoraggio e pedinamenti messa in piedi dai poliziotti guidati da Antonio Salvago con il coordinamento della Procura Generale. Gli investigatori, infatti, sono riusciti a localizzare il covo e a programmare il blitz.

Mirabella negli ambienti criminali è conosciuto come “zio Mario”. In passato l’ormai ex latitante è stato organico del gruppo criminale dei “Malpassotu” di Giuseppe Pulvirenti. Clan alleato dei Santapaola scomparso insieme al suo capo cosca. Il settantenne è finito in una cella di Bicocca perché condannato a una pena di 14 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. La cattura del latitante è stato il risultato di una mirata attività di monitoraggio e pedinamenti messa in piedi dai poliziotti guidati da Antonio Salvago con il coordinamento della Procura Generale.

Nel 2009 lo “Zio Mario” era stato arrestato insieme ad altri 26 indagati nel maxi blitz “Squama” della Polizia che aveva scoperto un fiorente traffico di stupefacenti tra la Sicilia Orientale e la Calabria. Mirabella era tra i promotori del “clan della cocaina” che aveva un volume d’affari  – secondo le stime degli inquirenti – di 3 mila euro al giorno. L’inchiesta prese il nome dal termine dialettale utilizzato dagli pusher per indicare una qualità di cocaina (molto apprezzata) e di particolare purezza. La sua lucentezza avrebbe ricordato le squame dei pesci. Anche se l’ordinanza fu eseguita nel 2009, le indagini furono avviate nel 2004. Un pentito aveva spifferato che Salvatore Marino (detto “Turi Costi Sicchi”) di San Giovanni Galermo aveva messo su una rete di traffici di droga direttamente con la Calabria. A quel punto sono partite le intercettazioni che hanno permesso di ricostruire i canali di approvvigionamento e la mappa dello spaccio in Sicilia. Da Taormina a Capo Passero il gruppo dello Zio Mario operava. I fornitori invece erano le ‘ndrine calabresi. Una pratica ancora molto diffusa dai clan catanesi per la cocaina.

Nel 2013 Mario Agatino Mirabella finisce nuovamente nei guai. E’ sempre la Squadra Mobile ad arrestarlo, questa volta per tentata estorsione. L’uomo aveva inscenato di essere rimasto vittima di una rapina di un impiegato di un centro sportivo della provincia etnea e aveva preteso dall’uomo il pagamento di una somma. Al rifiuto dell’uomo è seguito un incontro. A distanza però c’erano i poliziotti a seguire la “recita” dello zio Mario.

 


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