Uccide marito e poi simula rapina |Appello, condanna a 12 anni - Live Sicilia

Uccide marito e poi simula rapina |Appello, condanna a 12 anni

Pena concordata tra Pg e difesa, che ha rinunciato alla perizia psichiatrica dell'imputata.

la sentenza di secondo grado
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CATANIA – Vicenzina Ingrassia ha affrontato il processo d’appello vivendo in una comunità. Ma quando la sentenza per omicidio diventerà esecutiva dovrà andare in carcere. La pena concordata tra il Pg Angelo Busacca e la difesa è stata 12 anni di reclusione. Due in meno rispetto al verdetto di primo grado emesso dal Gup. Enza Ingrassia è la donna che nel 2015 prima ha simulato una rapina nella loro villa a Biancavilla e poi, messa sotto torchio dagli inquirenti, ha confessato di aver ucciso il marito. Un colpo in testa con un coccio di legno. Così Alfio Longo è stato ammazzato.

Un epilogo di violenza per una storia di violenza. La vittima che si trasforma in carnefice. La donna per anni è stata picchiata dal marito. Fino a poche ore prima di prendere il pezzo di legno e colpire mortalmente il consorte.

La difesa, prima di concordare la pena del processo di secondo grado, ha rinunciato ai motivi d’appello compresa anche la perizia psichiatrica sollecitata ai fini dell’incapacità. La Corte d’Assise d’Appello (Presidente Rosario Cuteri, a latere Gennaro) ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni alla famiglia della vittima. L’ammontare sarà stabilito dal giudice civile. Le parti civili avevano chiesto l’annullamento e il ritorno del processo in primo grado per la mancata contestazione delle aggravanti. La Corte d’Assise d’Appello ha rigettato le richieste.

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