Lo uccisero, ad agosto del 2006, nella piazza della borgata marinara di Sferracavallo, scambiandolo per il boss Lino Spatola. Dopo anni i pentiti Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, che facevano parte del commando di killer hanno raccontato movente e dinamica del delitto di Giuseppe D’Angelo, barista di 63 anni assassinato per un banale errore di persona. Oggi il pm della Dda Gaetano Paci ha chiesto la condanna di Pulizzi a 12 anni di reclusione e di Briguglio a 10. L’ergastolo, invece, è stato sollecitato per il terzo imputato, Gaspare Di Maggio, che non essendo un collaboratore di giustizia non può godere della speciale attenuante prevista per i due pentiti. Il processo si celebra col rito abbreviato davanti al gup Giangaspare Camerini. Per l’omicidio è stato aperto un altro procedimento, giunto in fase dibattimentale, a carico dei mandanti dell’assassinio Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Antonino Pipitone che il 26 aprile compariranno davanti alla prima sezione della corte d’assise di Palermo. L’omicidio D’Angelo è rimasto irrisolto fino all’anno scorso, quando i due pentiti raccontarono di avere ricevuto l’ordine, dai Lo Piccolo, di eliminare l’allora capo del mandamento di Tommaso Natale Lino Spatola entrato in contrasto con i due capimafia. Il giorno scelto per il delitto un commando costituito da 5 killer, due in moto e tre in auto, affiancarono D’Angelo certi che si trattasse della vittima designata e lo uccisero davanti a una folla di testimoni. Il processo prosegue con le arringhe delle parti civili
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo