Ucraina, l'eco della guerra a Catania: "Tutti gli scenari" - Live Sicilia

Ucraina, l’eco della guerra a Catania: “Tutti gli scenari”

Intervista a Pietro Figuera, esperto di geopolitica e studioso di Russia

CATANIA – Da ventiquattro ore l’Ucraina è sotto attacco da parte della Russia. Dopo mesi in cui Vladimir Putin ha ammassato truppe intorno al paese, l’escalation è iniziata con dei pesanti bombardamenti dell’aviazione e l’ingresso, dalla frontiera bielorussa e da quella della Crimea, di truppe di terra. Degli scenari attuali del conflitto, e di come potrebbe evolversi, parla Pietro Figuera, di Acireale, collaboratore siciliano della rivista di geopolitica Limes e fondatore di Osservatorio Russia, progetto di ricerca sul mondo post sovietico.

Figuera, quali scenari si aprono con l’attacco russo dell’Ucraina?

Le notizie in queste ore cambiano molto velocemente, ma allo stato attuale questa escalation che ha assunto contorni militari è il risultato del fallimento delle trattative delle ultime settimane. Putin ha inviato negli ultimi giorni un ultimatum all’Ucraina in cui ha chiesto condizioni evidentemente non accettabili: la demilitarizzazione del paese è una cosa a cui non si sarebbe mai potuto rispondere in modo positivo. Quindi adesso vediamo una risposta, perché quello che la Russia ha il potere di fare è neutralizzare le strutture militari ucraine più pericolose.

In che modo si sta sviluppando l’attacco russo?

L’operazione è chiaramente preparata da tempo, il messaggio di Putin in cui annuncia la guerra è stato realizzato giorni fa. Appena due ore dopo l’annuncio il ministero della difesa russo ha pubblicato un comunicato in cui dice che ha neutralizzato l’aviazione dell’Ucraina, e in un paio d’ore, in un paese così grande, è strano leggere questo genere di dichiarazioni. Chiaramente l’invasione via terra ha costi maggiori, umani e politici, oltre che militari: un paese di 40 milioni di abitanti non si può controllare con appena 100 mila soldati.

Putin ha invocato l’articolo 51 della carta delle Nazioni Unite, quello sull’autodifesa in caso di attacco armato da un’altra nazione…

In ogni guerra si cerca di procurarsi un pretesto legale, poi si può discutere sulla loro legittimità: quando sono particolarmente fragili i pretesti legali si dimenticano facilmente. Adesso la Russia ha le sue preoccupazioni, ma la cosa è sfuggita di mano e questa guerra non sembra rispecchiare la volontà di molti cittadini russi, che in molti casi hanno famiglie comuni con l’Ucraina. Non vedremo lo stesso copione della Crimea, ci sarà molto meno consenso per Putin in questo caso.

C’è chi sostiene che anche la Nato, accerchiando la Russia, abbia contribuito a fare crescere la tensione.

Fino a qualche giorno si poteva parlare di colpe occidentali nell’accerchiamento della Russia, ma oggi non è più il momento: una volta che le reazioni sono di questo tipo cambia il paradigma. Resta comunque una generale responsabilità storica: non c’è stata volontà di ascolto nei confronti della Russia e del problema di sicurezza che a Mosca è sentito molto più che in Europa e in America. L’allargamento è stato fatto rompendo una promessa fatta a Gorbaciov nel 1990 sulla non espansione della Nato, in cambio della riunificazione della Germania. Per i russi è stata una concessione unilaterale che non ha avuto riscontro.

La reazione americana, in questo scenario, è stata adeguata?

Gli americani potevano anche mostrarsi meno deboli, in questa fase: prima magari acconsentire, ma adesso, con la minaccia di un intervento armato, potevano mostrarsi intenzionati a difendere l’Ucraina. Spostare l’ambasciata da Kiev a Leopoli e poi allontanarla ancora di più sono stati atti che Putin ha colto come segnali di via libera.

Esiste la possibilità di un coinvolgimento per la Sicilia o il mediterraneo centrale?

Indirettamente, tutto il mediterraneo orientale e l’Europa orientale saranno coinvolti. Poi si deve vedere quanto si allargherà la guerra. Se dovesse limitarsi a Russia e Ucraina qui non vedremmo nulla, se non il decollo dei droni Global Hawk da Sigonella con funzioni di sorveglianza, che già avviene da tempo, e forse la partenza di armi americane per il teatro dell’est. Ma non vedremmo azioni belliche nei paraggi. Per esempio, quando di recente sono passate le navi russe dal Canale di Sicilia non erano di minaccia per l’Italia. Non dobbiamo temere in modo diretto. In modo indiretto, ci toccherà un ulteriore rincaro delle bollette che toccherà a tutti.


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