Tre mesi di torture costanti dopo essere caduta prigioniera dei russi e dei separatisti a Mariupol il 16 marzo: Yulia Paievska, paramedico di 53 anni, conosciuta con il soprannome di Taira, ha raccontato il suo calvario nel centro di detenzione preventiva di Donetsk. “Per cinque giorni non ho mangiato e praticamente non ho bevuto”, riporta la Cnn.
L’abuso, comprese le percosse, è stato “estremo” e “non si è fermato per un minuto in tutti questi tre mesi”, ha detto Paievska a quasi tre settimane dal rilascio avvenuto durante uno scambio di prigionieri lo scorso 17 giugno.
La donna ha riferito anche di aver subito una violenta pressione psicologica quotidiana: “Ti viene costantemente detto che sei un fascista, un nazista”, ha detto, paragonando le condizioni a un gulag. “Mi hanno detto che sarebbe stato meglio se fossi morta piuttosto che vedere cosa sarebbe accaduto dopo. Frustrati dal fatto che non ho concesso nessuna confessione davanti alla telecamera di presunti legami neonazisti – ha detto -, mi hanno gettato in isolamento, in una prigione senza materasso, su una cuccetta di metallo”.
In Ucraina Taira è quasi una celebrità, aveva anche partecipato agli Invictus Games, i giochi sportivi per veterani patrocinati dal Principe Harry. Dall’inizio dell’invasione russa, oltre alla sua attività di paramedico, ha documentato con una telecamera quello che stava succedendo in Ucraina: bombe, esplosioni, feriti, vittime.