Uilm, critica su St: "Perché rientrare il 14?"

Uilm, critica su St: | “Perché rientrare il 14?”

L'intervento della Uilm.

CATANIA. Segreteria e Rsu dell’Uilm hanno affidato alla stampa la seguente nota:
“In data 03 Settembre 2020, la direzione aziendale ST tramite una mail delivery informava i lavoratori, con un documento completo, circa le misure di prevenzione adottate sul sito inerenti l’emergenza COVID-19. In paricolare si confermavano le iniziative in essere al momento fino alla data del 15 Ottobre 2020.

Improvvisamente da qualche giorno, qualcosa cambia. Nonostante l’aumento dei numeri di casi positivi al COVID-19, e nonostante l’ultimo DPCM attualmente prorogato fino al 7 Ottobre 2020 richiami espressamente (all.12) il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure di sicurezza firmato dalle parti sociali, tuttora in vigore, diversi responsabili di gruppo hanno informato verbalmente i propri collaboratori che, dopo un sopralluogo del responsabile della sicurezza di stabilimento, in diverse aree del sito catanese (dove sino a qualche giorno fa era alta la percentuale di lavoratori in smart working ), si deve rientrare tutti a lavorare, con una percentuale dunque del 100%, gia’ dal 14/09/2020. Si sarebbe accertato, da parte aziendale, che si garantisce la distanza minima di sicurezza. Come mai sino a qualche giorno fa questa non c’era? Come mai viene richiesto di tornare tutti in ufficio, nonostante il protocollo di regolamentazione condiviso richieda tuttora l’adozione di strumenti di smart working, ove possibili, al fine di prevenire la diffusione dell’infezione nei luoghi di lavoro?

Nei luoghi comuni, aree ristoro, servizi igienici, ascensori, mensa etc. come si garantiranno le distanze minime di sicurezza? Come potranno – conclude la nota – i tavoli nelle mense garantire il posto al personale presente al 100%, sempre utilizzando la stessa disposizione a scacchiera di adesso, visto che la distanza interpersonale di almeno 1 metro deve essere sempre garantita? Sono forse stati ampliati i locali?”.

Non riusciamo a capire questa improvvisa inversione di tendenza e chiediamo con forza che si continui a garantire la possibilità di lavorare in smart working con le stesse modalità finora usate.

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