"Chiederò il rito abbreviato" - Live Sicilia

“Chiederò il rito abbreviato”

Raffaele Lombardo annuncia di voler chiedere il rito abbreviato condizionato, però, a una serie di acquisizioni probatorie. I suoi legali e la procura di Catania concordano sulla unificazione delle due inchieste, quella per concorso esterno e quella per voto di scambio.

La scelta di Lombardo
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“Vogliamo un processo rapido e una sentenza, per questo chiederemo il rito abbreviato, condizionato a una serie di acquisizioni probatorie”. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dopo l’udienza preliminare a Catania disposta per l’imputazione coatta di concorso esterno all’associazione mafiosa. Lo stesso reato è contestato a suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa.

Mi rivolgerò al Capo dello Stato per come è stato gestito questo processo dalla Procura di Catania”. È la promessa a mezzo stampa del governatore Raffaele Lombardo che ha deciso, attraverso i legali Alessandro Benedetti e Guido Ziccone, di denunciare pubblicamente le modalità con cui sarebbe stato gestito il geologo del Mpa Giovanni Barbagallo, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa e ritenuto elemento di collegamento tra i fratelli Lombardo ed elementi di spicco del clan Santapaola.

Per smontare l’attendibilità del geologo Barbagallo, il legale Alessandro Benedetti non contesta gli elementi emersi in corso d’indagine, ma legge pubblicamente, davanti a telecamere e giornalisti, le intercettazioni effettuate dal Ros in carcere dopo l’arresto. “Mi vogliono fare accusare Lombardo, mi vogliono far accusare Lombardo” – avrebbe detto Barbagallo pochi giorni dopo il suo arresto, mentre era detenuto insieme all’imprenditore Sandro Monaco. E ancora, Alessandro Benedetti, riferendosi ai pm che hanno interrogato Barbagallo, legge altre dichiarazioni, lasciando sott’intendere il possibile condizionamento del presunto mafioso autonomista: “Voi altri  – dice Barbagallo al compagno di cella riferendosi ai pm –  scrivete e io ve lo firmo”. E ancora: “Anche mia moglie me l’ha detto: non ti inventare niente…qualche pentito esce a questo punto”.

Subito dopo Benedetti collega le intercettazioni del 2010, citate sopra, con la nuova richiesta di carcerazione di Barbagallo avvenuta una settimana addietro, esattamente due giorni prima di un interrogatorio programmato ma mai avvenuto del geologo davanti al tribunale monocratico, lasciando intendere un possibile condizionamento del teste con la richiesta di carcerazione.

Su queste basi, Raffaele Lombardo ha annunciato il controinterrogatorio del maggiore del Ros Lucio Arcidiacono e la richiesta di rito abbreviato condizionata all’ammissione di alcuni testimoni della difesa. “Non è possibile -sostiene Lombardo- che nessun amministratore degli enti nei quali io sono accusato di aver esercitato pressioni, sia stato interrogato in cinque anni d’indagini”. Il pensiero del presidente va alle cooperative del settore rifiuti, che sarebbero state oggetto -secondo il pentito Gaetano D’Aquino, fratello di un consigliere del Mpa- di pressioni da parte di alcuni autonomisti.
Stesso discorso vale per le presunte promesse di posti nel porto e nell’interporto che Lombardo ha rispedito al mittente: “Ne avessero indicato uno di favore o box concesso a chicchessia…”.

La richiesta sarà avanzata nella prossima udienza, che si terrà il 23 luglio davanti al Gip Marina Rizza. Tra le ‘condizioni’ del rito abbreviato, la possibilità di potere sentire diversi imputati e testi del procedimento Iblis in sede di udienza preliminare. La difesa del governatore ha anticipato anche che saranno “rimossi tutte i termini e gli impedimenti” che potrebbero “impedire la riunificazione dei due procedimenti pendenti”. I legali e la Procura di Catania concordano sulla unificazione delle due inchieste, quella per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio, davanti al Gip, e quella per reato elettorale aggravato dall’articolo 7 davanti al Tribunale monocratico.

La Procura etnea mai è stata unita come adesso, basti pensare che alle 16.00 il pm Giuseppe Gennaro è arrivato a braccetto con il coordinatore della Dda Carmelo Zuccaro. Gennaro aveva sotto braccio un faldone di circa 2.000 pagine contenente gli interrogatori e le informative depositate nel troncone processuale davanti al tribunale monocratico, frutto del lavoro dei colleghi Michelangelo Patanè e, appunto, Carmelo Zuccaro. La richiesta della difesa serve quindi a bilanciare gli elementi sui quali il giudice Marina Rizza dovrà formare il proprio convincimento. In questo caso, i legali punteranno sul mancato sostegno di Raffaele Lombardo alla Safab nella richiesta di concessioni edilizie per realizzare un villaggio per americani nella zona di Lentini. Una strategia che potrebbe penalizzare la posizione di Angelo Lombardo che, al contrario del fratello, sarebbe stato individuato dal geologo Giovanni Barbagallo come interlocutore per favorire la Safab.

Secondo la ricostruzione del maggiore Arcidiacono, Lombardo avrebbe favorito un progetto concorrente a quello della Safab, un progetto da realizzare sui terreni dell’editore Mario Ciancio per il quale era pronto a scendere in campo Vincenzo Basilotta, re del movimento terra condannato in appello per concorso in associazione mafiosa.


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