Un corso di formazione per| le educatrici di asili e materne - Live Sicilia

Un corso di formazione per| le educatrici di asili e materne

Presentato il corso di formazione "Educazione socioaffettiva".

villa niscemi
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PALERMO – Si è volta questo pomeriggio presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi la conferenza stampa di presentazione del Corso di formazione “Educazione socioaffettiva” rivolto alle educatrici degli asili nido e della scuola materna che ha come obiettivo lo sviluppo dell’autostima, l’aumento delle competenze relazionali, comunicative e sociali, l’incremento della creatività e la valorizzazione del gruppo. Presenti all’incontro con i giornalisti, tra gli altri, il Sindaco Leoluca Orlando, l’Assessore alla Scuola, Barbara Evola, la professoressa Anna Putton, psicologa di comunità e creatrice in Italia del modello dell’educazione socioaffettiva insieme alla professoressa Francescato e la psicologa Anegla Vetrano presidente dell’Associazione palermitana psicologia integrata, oltre al Sindaco e al vice Sindaco del “Consiglio comunale dei ragazzi” Dal prossimo anno, partendo con un corso di formazione, l’Assessorato alla Scuola avvierà il processo di costruzione di un unico settore all’infanzia, da 0 a 6 anni, con politiche omogenee e, all’interno di un sistema pedagogico unitario, il modello umanistico-integrato, che usa come strumento fondamentale l’educazione socio-affettiva. Il progetto, coperto da copyright, è già attivo in alcune amministrazioni pubbliche e private del Paese. A Palermo, il via al corso per le educatrici asili nido e scuola dell’infanzia ha avuto inizio ieri pomeriggio alla sala De Seta dei Cantieri Culturali della Zisa. Le educatrici, suddivise in 10 gruppi, parteciperanno a 10 incontri di 3 ore ciascuno, per un totale di 30 ore di corso. Le finalità del corso sono l’accrescimento della consapevolezza del valore e del significato della propria professionalità, l’acquisizione di competenze nella comunicazione efficace, la capacità di condurre riunioni e la gestione dei conflitti. “Si tratta di un progetto nuovo per il settore dell’infanzia a Palermo – ha detto l’Assessore alla Scuola, Barbara Evola – che si collega alla programmazione europea che mira all’incremento dei servizi all’infanzia nelle città che, di conseguenza, deve diventare una priorità delle amministrazioni comunali. Con questo progetto abbiamo ripensato ad un nuovo percorso che parte dall’unificazione del settore degli asili nido con quello delle scuole materne, perché non si possono pensare politiche rivolte all’infanzia in modo separato. Questo progetto che adottiamo negli asili nido e nelle scuole materne è in controtendenza alle politiche nazionali sulla scuola che oggi sono più adatte al mercato che non alle finalità educative.” Dal prossimo anno, in pratica, si avvierà il processo di costruzione di un unico ciclo dedicato all’infanzia, da 0 a 6 anni, con politiche omogenee e all’interno di un sistema pedagogico unitario; un modello umanistico-integrato che usa come strumento fondamentale l’educazione socio-affettiva. Anche con il ripensamento degli orari scolastici della scuola materna saranno introdotti laboratori artistici e musicali, avviando, così l’offerta formativa che asseconderà il bambino nello sviluppo del suo linguaggio più naturali in quella particolare fascia di età.” “Un modello pedagogico – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – che prova a portare Palermo al livello delle maggiori città europee. Con la programmazione 2014-2020 l’Europa ha chiesto di essere più incisivi sulla fornitura di servizi ai bambini e alle famiglie. E noi non ci tireremo indietro, soprattutto perché la scuola dell’infanzia è particolarmente mortificata dalla legislazione nazionale”. “Il corso di formazione – ha detto la psicologa di comunità Anna Putton, – ha lo scopo di aiutare educatrici e insegnanti capire, a imparare, come affrontare le richieste dei bambini, che proprio a quell’età cominciano a interpretare il mondo: cosa è maschio e cosa è femmina, cosa è la morte, perché mamma e papà non si vogliono più bene. Tante domande a cui dobbiamo saper rispondere nel migliore dei modi anche attraverso un maggior coinvolgimento delle famiglie nelle relazioni scolastiche”.

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