Le sue prigioni - Live Sicilia

Le sue prigioni

Esclusiva di S, in cella con Cuffaro
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Era l’uomo più potente della Sicilia, ma adesso le mani che stringe sono quelle dei detenuti. Totò Cuffaro, a Rebibbia, ha ricevuto duemila lettere e la visita di vescovi e politici. A una giornata a Rebibbia con Totò Cuffaro “S” dedica il servizio di copertina del nuovo numero, in edicola da oggi: l’ex presidente della Regione, che condivide la cella con l’autore di un duplice omicidio e con un truffatore, in cella non ha perso il codazzo che lo contraddistingueva da uomo libero. In cella, poi, il politico condannato per un reato infamante come il favoreggiamento alla mafia ha ricevuto, fra gli altri, anche la visita dell’ex vescovo di Catania, Giuseppe Bommarito, e l’ex presidente della Cei Camillo Ruini gli ha mandato una lettera.

A Rebibbia i siciliani sono una minoranza. Tra i detenuti, ci sono alcuni catanesi nei confronti dei quali Cuffaro, però, preferisce mantenere una certa distanza. Non per partito preso, quanto per un senso di autoprotezione, visto che non li conosce. Gli altri detenuti gli hanno offerto una corsia preferenziale per ottenere una cella singola, ma l’ex governatore ha rinunciato. In cella sta leggendo “Le mie prigioni” di Silvio Pellico e “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria. Intanto si prepara a una seconda laurea: punta a ottenere quella in Giurisprudenza.

Cuffaro ha a disposizione un personal computer, con il quale risponde a chi gli ha scritto. Gli incontri con i familiari avvengono nel giardino del penitenziario e per incontrarli Cuffaro è obbligato a seguire un percorso all’interno del penitenziario romano che lo conduce attraverso una sezione diversa da quella che ospita la sua cella. La scena non cambia. Tutti in piedi per stringere la mano, attraverso le sbarre, del più famoso fra i detenuti. Che in questa condizione resterà per almeno cinque anni, il minimo che potrà scontare se dovesse accedere a tutti gli sconti disponibili per i detenuti modello: la pena per un reato grave, soprattutto per un uomo delle istituzioni.


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