Manager arrestato e nominati |Policlinico: due tragedie in 10 mesi - Live Sicilia

Manager arrestato e nominati |Policlinico: due tragedie in 10 mesi

Mentre la politica litigava per nomine e commissariamenti, alla guida del Policlinico c'è stato un manager arrestato, e tre tra commissari e nominati. Risultato? Nessuno ha applicato la legge e ci sono state due tragedie: Flavio e Nicole. GARA DI SOLIDARIETA'

NICOLE E FLAVIO
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CATANIA- Da quando nel 2012 è entrato in vigore il decreto -mai attuato da Crocetta- che disciplina l’emergenza neonatale, l’azienda Santo Bambino collegata al Policlinico etneo, che doveva coordinare ogni fase del progetto STEN e assicurare i posti in terapia intensiva anche nel caso Nicole, è stata gestita dal manager Vito Di Geronimo, nominato da Lucia Borsellino e arrestato per traffico illecito di rifiuti (ma si è detto sempre innocente).

Dopo di lui è arrivato Paolo Cantaro, manager di primo livello, ma Crocetta ha revocato la sua nomina, che è stata poi confermata dal Tar, poco dopo Paolo Cantaro, che poteva benissimo amministrare il Policlinico è finito al Cannizzaro. Risultato? In questo turn-over giudiziario e politico, figlio degli equilibri della maggioranza di Rosario Crocetta, nessuno ha pensato di attuare la legge che poteva, forse, salvare Nicole e, forse anche il piccolo Flavio, ucciso da un’infezione ospedaliera non diagnosticata.

Il Policlinico rappresenta la punta di diamante della sanità catanese, un’azienda prestigiosa che , anche grazie al presidio Santo Bambino, gestisce circa 2mila parti l’anno. Proprio per questo era stata selezionata per coordinare il progetto STEM, cioè l’organizzazione del trasporto neonatale e la cura in terapia intensiva.

Tutto questo non è avvenuto e la precarietà dei dirigenti, i lunghi periodi di commissariamento dell’Asp, e le dimenticanze di Lucia Borsellino, che aveva collaborato alla stesura, con Massimo Russo, della legge poi non attuata, hanno contribuito, politicamente, al mantenimento di soli 4 posti interapia intensiva, insufficienti ad offrire un servizio adeguato.

Mentre la politica litigava per i manager si sono verificati, nell’ultimo anno, due decessi, drammatici.

FLAVIUCCIO. Un bambino meraviglioso, come tutti i bambini, nato in perfette condizioni di salute. Indice di Apgar (cioè il risultato dei controlli post parto) con valore 10, il massimo. Rientra a casa e mostra i primi sintomi dell’infezione da klebsiella, germe tipico degli ambienti ospedalieri non igienizzati. Cosa l’ha provocata, quest’infezione mortale, lo sta accertando la magistratura, che indaga anche sullla riparazione di alcune tubazioni, effettuata nel bagno della stanza in cui la mamma di Flavio era stata accolta dopo il parto. Il bagno non sarebbe stato pulito a dovere per diverse ore, dopo le riparazioni. Ma oltre alle possibili cause dell’infezione, è rilevante quello che è accaduto dopo che il bambino l’ha contratta. Rientra a casa e, dicevamo, e inizia a mostrare i primi sintomi: convulsioni. I genitori si recano al Santo Bambino, restano un’ora fuori dal reparto senza che nessuno apre la porta. Viene preso in carico dalla struttura. Ma il medico arriverà soltanto nel pomeriggio. E qui interviene il responsabile della terapia intensiva del Santo Bambino, Alessandro Rodonò, lo stesso che è indagato nel caso Nicole. Rodonò è noto per aver salvato la vita di molti bambini, sarà la magistratura a stabilire le sue eventuali responsabilità in questa vicenda, e in quella di Nicole. Secondo Rodonò, però, le convulsioni di Flavio, sarebbero state dovute a un versamento cerebrale,“dovevamo attendere 11 giorni -raccontano i genitori di Flavio- per vedere le evoluzioni di questo presunto versamento cerebrale”. Il pancino di Flavio è gonfio, diventa nero, il germe si sta diffondendo nel suo corpicino devastandolo. Gonfia sempre più e viene alimentato col biberon in ospedale: è il colpo di grazia. Viene trasferito quasi morto al Policlinico, solo a quel punto vengono fatti gli accertamenti che in precedenza non erano stati effettuati e si scopre che Flaviuccio era stato colpito dala Klebsiella. Era ormai troppo tardi. Sarà la magistratura a stabilire le eventuali responsabilità penali dei medici coinvolti.

IL CASO NICOLE. Dopo il minestrone burocratico in salsa crocettiana, il Santo Bambino è rimasto quello che è sempre stato, un ospedale con 4 posti letto in terapia intensiva, insufficienti ad accogliere la piccola Nicole. E ancora oggi, a diversi giorni dalla morte della piccola, le cose non sono cambiate, i posti sono sempre quelli, il decreto sul sistema delle emergenze neonatali non è stato attuato, né sembrano esserci i presupposti per farlo. Nell’assoluta sintonia tra il corpo burocratico nominatizio e la testa politica che governa.


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