Un 'Trojan' per tutti | E poi Moscovici?

Un ‘Trojan’ per tutti | E poi Moscovici?

Commenti

    Caro avvocato la sua è una analisi molto acuta ma, purtroppo, parziale. Lei si preoccupa soltanto dell’indotto che verrebbe meno con l’annientamento dei fenomeni criminali. E ai criminali chi ci pensa? Sa benissimo che nel nostro paese la microcriminalità funziona da ammortizzatore sociale! Che fine farebbero scippatori, rapinatori, spacciatori di periferia, truffatori on line, borseggiatori, svaligiatori di case di campagne e di box, mariuoli da spiaggia, se non potessero più delinquere? E che fine farebbe tutto l’indotto costituito dai ricettatori come quelli che operano a cielo aperto nel mercato di Ballarò? Costoro non sono altro che d’ausilio allo Stato nelle operazioni di redistribuzione della ricchezza.
    Forse, allora, sull’uso del “trojan” potremmo trovare un accordo. Le statistiche ufficiali ci dicono che l’Italia è uno dei paesi più corrotti d’Europa. L’economia del nostro paese è fortemente inquinata dalla corruzione dei colletti bianchi. Allora, forse, questo “trojan” potremmo iniziare ad istallarlo sottopelle ai politici nazionali e locali, ai burocrati, a tutti professionisti, e non, pagati con soldi pubblici, medici, impiegati, operai, dipendenti dello stato, degli enti locali, e a tutti i potenziali grossi evasori fiscali. Forse saremmo già sulla buona strada del cambiamento! Una garanzia preventiva di onestà intellettuale, morale e penale che ci consentirebbe, forse, l’agognato salto di qualità; risparmiando parecchio anche sulla imminente necessità di implementare il comparto edilizio delle Case Circondariali!

    Filosofo, nella tua graduatoria hai dimenticato i “topi d’auto”, i “taccheggiatori di supermarket” e i “magnacci”. Anche in quest’ultimo settore sembra che siano parecchio numerosi! E poi, se si eliminasse per davvero lo sfruttamento della prostituzione quei poveretti degli uomini diverrebbero un triste popolo di pippaioli.

    Della serie Cric e Croc. E’ doveroso tuttavia aggiungere che il duo Junker/ Moscovici avrebbe, comunque, sempre avuto qualcosa da dire contro lo Stivale. Faceva parte del proprio carico di lavoro. Ma, a causa del ‘Trojan’ in questione e del relativo destabilizzante terremoto, il pm Di Matteo si candida al Csm con la corrente di Davigo. Con il motto: “Contro le deviazioni clientelari, cambiare rotta”.
    Con la striscia odierna della serie di cui sopra, insomma, Di Matteo vuole ‘dare un contributo alla spallata definitiva a un sistema non più tollerabile’. Tutto da ridere. Poiché è lo stesso sistema che ancora ieri ha difeso a spada tratta, fino ad arrivare, veementemente, ad accusare di volere delegittimare la magistratura, chiunque non la pensasse come lui. Mentre adesso, ed è lui stesso a certificarlo, è lapalissiano che ad essere dalla parte del torto era proprio lui. E purtroppo in numerosa compagnia. Tuttavia, dalla giostra del potere, che per sua stessa natura gira e rigira per conservarsi, nessuno scende mai volentieri. Non per niente esiste la nobile professione dei buttafuori istituzionali.

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Purtroppo il commissario straordinario per i lavori decennali sulla A19 è il presidente della regione che è palermitano e non percorre la tratta della A29 che porta da Caltanissetta a Catania e nemmeno la Catania Messina. Entrambe le strade sono altamente pericolose e le osservazioni - lamentele del comico palermitano non saranno le ultime, la politica aspetta che ci scappi il morto: io che percorro la Caltanissetta - Catania speriamo che me la cavo

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