CATANIA – È arrivata intorno alle 13 la sentenza del gup Marina Rizza che doveva decidere sulle richieste di rinvio a giudizio dei due ex rettori e docenti dell’ateneo catanese coinvolti nel troncone principale dell’inchiesta della Digos Università Bandita. Un’udienza preliminare che si è protratta diversi mesi ed è finalmente arrivata all’epilogo con diversi colpi di scena.
La sentenza del gup per i 9 prof
La gup ha infatti emesso sentenza di non luogo a procedere per i due ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, e i docenti Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa per l’associazione a delinquere. Mentre sono stati rinviati a giudizio per abuso d’ufficio e falso (corruzione per atti contrari ai propri doveri è contestato solo a Basile e Drago) con la riqualificazione degli episodi valutati dal pm come turbata libertà di scelta del contraente in abuso d’ufficio. Il processo si aprirà il prossimo 10 maggio davanti alla terza sezione penale di Catania.
La sentenza dell’abbreviato
La Gup Marina Rizza ha anche letto il dispositivo nei confronti di Giancarlo Magnano di San Lio che ha optato per il rito abbreviato. L’ex pro-rettore è stato assolto dal reato associativo e condannato a 1 anno e 2 mesi (pena sospesa) per le altre contestazioni. Anche per lui la gup ha riqualificato il reato di turbativa (legata alla cattedra dell’ex assessore Licandro) in abuso d’ufficio. “Sacrosanta l’assoluzione per l’associazione per delinquere, leggeremo le motivazioni per le condanne delle ipotesi residue e valuteremo l’appello”, così l’avvocato Rosario Pennisi, difensore insieme a Maurizio Magnano Di San Lio.
I due tronconi dell’inchiesta
L’inchiesta ha portato uno tsunami sull’ateneo catanese: l’accusa ha ipotizzato che una serie di bandi accademici sarebbero stati ‘cuciti su misura’ per i ‘vincitori’ individuati in anticipo.
Queste sentenza porterà sicuramente riflessi nel secondo troncone che si sta svolgendo davanti alla gup Simona Ragazzi nei confronti di altri 45 imputati, tra cui l’ex sindaco Enzo Bianco e l’ex procuratore Enzo D’Agata.
Le reazioni delle difese
“Una sentenza che ci dà ragione sull’inesistenza dell’associazione a delinquere come abbiamo sempre affermato – commenta l’avvocato Tommaso Tamburino, difensore di Drago – Vista la riqualificazione del reato di turbativa in abuso d’ufficio affrontiamo il dibattimento sicuri di una piena assoluzione anche in considerazione della riforma sull’abuso d’ufficio”.
“Il Gup ha restituito serenità agli imputati e all’intero mondo accademico escludendo l’esistenza di una associazione per delinquere tra docenti universitari. L’università quindi non è “bandita” e resterà da confrontarsi in giudizio su ipotesi di abuso tutte da provare. Decisione molto apprezzabile”, commenta così l’avvocato Carmelo Peluso, difensore di Sessa.
“Esprimo grande soddisfazione per la sentenza di non luogo a procedere pronunciata dal G.u.p. di Catania, dott.ssa Marina Rizza. Si è esclusa l’ipotesi dell’associazione per delinquere, travolgendo così il nucleo centrale dell’ipotesi accusatoria e lasciando in vita esclusivamente alcune ipotesi di abuso d’ufficio la cui insussistenza, per quel che riguarda le contestazioni elevate a carico dei miei assistiti, sarà facilmente dimostrata in dibattimento”, così il professore Giovanni Grasso, difensore di Pignataro e Pennisi.