CATANIA – “Le relazioni Euro-mediterranee: quale nuovo Medio Oriente sta nascendo?” Questo è il titolo della lezione tenuta oggi dal cardinale Matteo Zuppi, che ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università degli Studi di Catania. Arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana e fondatore della Comunità di Sant’Egidio assieme ad Andrea Riccardi (anche lui insignito della stessa onorificenza da parte dell’ateneo siciliano). Un curriculum importante per l’uomo a cui papa Francesco ha affidato il difficile compito di aprire un varco nelle relazioni tra russi, ucraini, cinesi e americani per mettere fine al conflitto esploso in Europa orientale.
La terza guerra mondiale a pezzi
Una pagina storica per l’Università di Catania, quella di stamani, che chiude idealmente il mandato del rettore Francesco Priolo. Intanto è esplosa un’altra crisi, un focolaio che alimenta la narrazione della Terza guerra mondiale a pezzi – come l’ha definita Bergoglio – in corso attualmente. “Ogni volta che ci addormentiamo, che dimentichiamo di risolvere una crisi, essa riesplode con una violenza maggiore” ha ricordato il porporato. “Non esistono conflitti congelati o trascurati, guerre che si risolvono da sole: ogni crisi va affrontata e non lasciata corrompersi nell’oblio”.
Democrazia e futuro
“La contrastata via alla democrazia – ha detto ancora – ha bisogno urgente non solo di sicurezza e di lotta al terrorismo ma anche di pane e lavoro. Un ruolo politico a tale livello significa non solo salvare le vite degli immigrati in mare, essenziale per i nostri valori, ma anche riuscire qui l’integrazione degli immigrati e soprattutto integrare le nostre economie. Questa è la strada del futuro comune. È un modo di responsabilizzare tutti senza indulgere in vittimismi contrapposti che creano solo ostilità”.
Migrazioni e Piano Mattei
Il cardinale Zuppi ha lanciato un messaggio anche alla premier Meloni. “Sulla migrazione nel Mediterraneo il dibattito ha preso una nuova direzione: quella della produzione e degli investimenti in Africa con l’Italia che ha lanciato il Piano Mattei: un approccio “paritario e non predatorio come ha detto la presidentessa del Consiglio al vertice Italia-Africa. Bisogna vedere il contenuto di questo, perché non apra a deliri che sarebbero amarissime e compromettenti”.
Africa e Europa
“Ci si sta rendendo sempre più conto – aggiunge il presidente della Cei – che il destino dei due continenti è legato e che la cerniera passa per il Mediterraneo. Tanto vale trarne un’opportunità creando un reale partenariato economico. Se non aiuteremo lo sviluppo di un settore produttivo soprattutto nei settori con più capacità occupazionale, come agribusiness, lavori pubblici, energia e sanità, rischiamo di rafforzare le scelte alternative come violenza, jihadismo o ribellioni etniche o di aumentare le migrazioni”.