ROMA – Il covid non ha inciso sulla scelta universitaria, con le iscrizioni che non calano, ma con gli atenei che diventano sempre più ‘rosa’ con una forte prevalenza di studentesse. Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) nelle prime due posizioni si confermano Bologna, prima con un punteggio di 91,8, seguita da Padova (88,7). Sono i risultati della classifica degli atenei italiani del Censis.
Dopo Bologna e Padova seguono la Sapienza di Roma, che con un punteggio di 85,5 sale dal quarto al terzo posto, e l’Università di Firenze (85,0). Stabile in quinta posizione Pisa, con 84,8 punti, cui segue Torino, che si riprende una posizione (82,8). Ultima tra i mega atenei statali è la Federico II (73,5), preceduta da Bari (79,5).
Al di là della classifica, la temuta contrazione delle iscrizioni a causa della pandemia nell’anno 2020-2021, sottolinea il Censis, non c’è stata, anche grazie alle misure eccezionali di sostegno del diritto allo studio approvate. Al contrario, la crescita del 4,4% degli immatricolati consolida l’andamento positivo che si ripete ormai da sette anni. Calcolato sulla popolazione diciannovenne, il tasso di immatricolazione ha raggiunto quota 56,8%. Ma con un tasso di immatricolazione maschile pari a 48,5%, mente quello femminile è stato del 65,7%. Per le ragazze si è registrato un incremento annuo del 5,3% rispetto al +3,3% dei maschi immatricolati.
Con il 77,7% di studentesse immatricolate, l’area disciplinare Artistica-Letteraria-Insegnamento è quella con il tasso di femminilizzazione più elevato. All’opposto, nell’area Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) l’universo femminile è rappresentato da una quota che, pur crescendo di anno in anno, resta ancora minoritaria (il 39,4%).
Per quanto riguarda i grandi atenei statali, Perugia mantiene la posizione di vertice (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 93,3. Sale di sei posizioni Salerno (91,8), che passa dall’ottavo al secondo posto, mentre arretra di una posizione Pavia (91,2), che scende in terza posizione. Stabile al quarto posto l’Università della Calabria (90,2), cui segue al quinto posto con un punteggio di 89,7 Ca’ Foscari, che quest’anno compie il salto dimensionale dai medi ai grandi atenei statali.
Chiudono la classifica l’Università di Messina (76,5), di Chieti e Pescara (78,3) e di Catania (78,5). La classifica Censis dei medi atenei statali vede anche quest’anno Trento prima (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio pari a 97,3. L’incremento di 16 punti dell’indicatore internazionalizzazione garantisce all’ateneo il mantenimento della posizione di vertice. Siena (94,0) scala una posizione e si colloca al secondo posto, scavalcando Sassari (92,8), che retrocede in terza, a pari merito con Udine, che avanza di tre posizioni, grazie ai 18 punti guadagnati per l’indicatore comunicazione e servizi digitali. La quarta posizione è mantenuta dall’altro ateneo friulano, l’Università di Trieste (92,0). Stabile, in quinta posizione, la Politecnica delle Marche (91,3). Sale invece di tre posizioni l’Università del Salento (87,7), che grazie alla crescita degli indicatori servizi, internazionalizzazione e occupabilità è sesta in graduatoria. Chiudono, all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, L’Orientale di Napoli (77,8), l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro (78,7) e l’Aquila (80,7).
Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) difende la prima posizione Camerino, con un punteggio complessivo pari a 98,2, seguita da un altro ateneo marchigiano, Macerata, che totalizza 86,5 punti e che per classe dimensionale non si colloca più tra i medi atenei statali. Scalano la classifica due atenei laziali, Cassino (84,7) e l’Università della Tuscia (84,3), e un ateneo campano, l’Università del Sannio (84,0), che grazie alle posizioni guadagnate si collocano al terzo, quarto e quinto posto, riportando un incremento trasversale in tutte le famiglie di indicatori. Chiude la classifica dei piccoli atenei l’Università del Molise (75,5).
La classifica dei politecnici è guidata anche quest’anno da Milano (con 93,3 punti) e vede al secondo posto lo Iuav di Venezia (90,3) e al terzo (ma quasi a pari merito) Torino (90,2), seguito Bari (86,0), che chiude la classifica.
Tra i grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) è in prima posizione anche quest’anno la Bocconi (96,2), seguita dalla Cattolica (80,2). Tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Luiss a collocarsi in prima posizione, con un punteggio pari a 94,2, seguita dalla Lumsa (85,8). Tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti) la Libera Università di Bolzano continua a occupare il vertice (con un punteggio di 101,0), seguita in seconda posizione dall’Università di Roma Europea (91,2). Chiude la graduatoria l’Università Lum Jean Monnet (75,0), in ultima posizione, preceduta dall’Università di Enna Kore (76,2).