ACIREALE – Filippo Catalano è vivo per miracolo. Ieri sera era a bordo di una delle auto travolte dalla corrente del fiume Anzalone ed ora ha nel cuore un grande senso di colpa per non essere riuscito a prendere la mano di Giuseppe Castro. 20 anni a dicembre, il giovane essendo di Belpasso non conosce molto bene la zona. Quando è arrivato nella frazione di Santa Maria delle Grazie per trascorrere uno spensierato sabato pomeriggio ancora non pioveva. Il suo è un racconto dell’orrore.
“E’ accaduto tutto in un secondo. Ero con la mia macchina, insieme a me c’era una ragazza. Accanto nella strada c’era un’altra vettura e lo scooter dell’uomo disperso. All’improvviso ho sentito un boato – spiega a LiveSiciliaCatania Filippo – ed è arrivata una valanga d’acqua. Io ho messo in moto l’auto ma l’acqua era già altissima. Allora sono sceso ho fatto il giro ed ho fatto uscire dal finestrino la ragazza che era con me e l’ho portata al sicuro. Poi ho tentato di prendere l’uomo che si era aggrappato alla macchina, ma non ci sono riuscito a causa della forte violenza dell’acqua. L’auto con la signora all’interno era stata già trascinata dalle correnti. Sono sceso sulla strada principale ed ho chiamato 113 e 115. Ho sentito le urla e dal ponte, con l’aiuto di un’altra persona, siamo riusciti a portare in salvo la donna che era salita sul cofano dell’auto”.In attesa dei soccorsi e dell’arrivo della polizia, Filippo non riusciva ancora a credere che fosse tutto vero. “Avevo visto cose del genere solo nei film – racconta – e invece stava succedendo sul serio”. Un incubo trasformato in realtà, i cui fotogrammi saranno difficili da cancellare dalla memoria.
Frastornato e ancora sotto shock il 19enne, ma nella sua testa c’è un tam tam di interrogativi. “Ho sentito – dichiara Filippo Catalano – che quel pezzo di strada è proprio sul letto del fiume, ma allora perchè è asfaltata? Come è possibile?”. Domande che LiveSiciliaCatania gira agli organi competenti.