Ci sono degli uomini che sono affascinanti, brillanti, sempre sorridenti, dall’aspetto curato e professionalmente realizzati. Loro sono maestri del corteggiamento ed estimatori del buon bere, e accompagnati da donne splendide non mancano mai agli appuntamenti mondani. Sono colti, conoscitori dell’arte e della musica, abitano in meravigliosi appartamenti e spesso posseggono titoli di studio di altissimo livello, tra i loro amici si contano le teste di serie delle professioni più remunerative, i soci dei circoli privati e ovviamente la coppia gay, che fa tanto modernità.
Questi uomini si mostrano al prossimo in tutte le sfumature sopraelencate, sapendo di poter fare di ognuna di esse il loro maggior vanto. Hanno un neo, però, questi uomini: odiano le donne. Le detestano perché non le capiscono, ma non lo sanno nemmeno. Credono che amare una donna significhi regalarle l’oggetto del momento, portarla a cena al ristorante in voga, o semplicemente promuoverla a fidanzata ufficiale e che esse si sentano gratificate per questo. Perché per loro, semplicemente, le donne sono tutte uguali.
Non si pongono il problema di dover conoscere la donna che frequentano, esplorarne il carattere e la personalità, non le guardano dentro, non sono interessati ad individuarne paure, desideri, aspettative. Loro si limitano ad apprezzarne l’aspetto esteriore perché per quanto ne sanno una donna vale l’altra, interiormente. Che siano rigurgiti di una mentalità antica, che sia l’educazione ricevuta dalla famiglia, che siano traumi adolescenziali, questi uomini non hanno la capacità di avere un contatto reale con una donna. Non che siano anaffettivi, a modo loro sanno anche voler bene, solo non sono in grado di creare le condizioni affinché il rapporto sia basato sul dare e ricevere. E non avendo idea di chi abbiano davanti, ‘ragionano’ per luoghi comuni.
Per loro le idee di una donna non vanno ascoltate e senza imbarazzo apprezzano la stessa cosa detta da un uomo. Le colleghe certamente non godono dello stesso rispetto riservato ai colleghi, tanto, lavorano solo in attesa del matrimonio. Chi ha avuto la possibilità di frequentare uno di loro abbastanza a lungo, sa che non passa molto tempo prima che, scava oggi, scava domani, si scopra che sotto la superficie c’è altra superficie.
Questi uomini credono che ogni donna desideri la stessa identica cosa e non si pongono problemi a dirlo, se glielo si domanda. Sono convinti che, ad un certo punto, comunque vada e chiunque sia, la ‘femmina’ abbia bisogno di un marito fantastico come loro che lasci le tazzine sporche di caffè da raccogliere in giro per casa, di soddisfare l’istinto materno gravidanza dopo gravidanza, che si svegli una mattina e improvvisamente sappia cucinare come Carlo Cracco e che non voglia altro dalla vita che occuparsi di lui e dei bambini. Chiaramente, arrivata a quell’età, la ‘femmina’ abbandona in automatico gli amici, gli interessi e la carriera, tanto ormai vuole solo sposarsi, il resto non esiste e guai a ribellarsi, nascerebbe una guerra ad armi impari.
Non accadrà mai che uno di questi uomini sbatta il muso contro il cemento armato della realtà e si renda conto che non solo le donne sono esseri pensanti, ma che spesso i loro pensieri non sono in accordo con i suoi. Il massimo che può succedere è che credano che quella donna abbia problemi. In loro vengono fuori tutti i complessi e le problematiche di un personaggio disadattato che cerca di combattere contro qualcosa che non capisce, contro un nemico invisibile e inafferrabile, contro la donna che non si aspettava. Si chiedono cosa abbia questa donna di sbagliato, cosa abbia potuto renderla così poco ‘femmina’ e come possono cambiarla. Ormai che hanno scelto questa devono educarla. Non riescono a immaginare come una donna possa essere felice lontano da loro, che voglia altro che attenderli a casa, che sappia vivere una vita che non li includa o che tra gli interessi non abbia la cucina.
Si inteneriscono quando vedono donne sole, come se fossero anime perse. Si infastidiscono quando la loro donna li contraddice in pubblico, si infervorano se vengono lasciati e si compiacciono alla vista di bimbe di nove anni prese dai lavori domestici. Per loro è così che deve essere e non c’è storia, non c’è litigio, non c’è donna che possa cambiarli. Bisogna soltanto lasciarli. Lasciarli o adeguarsi e la decisione va presa rapidamente. Questi uomini hanno dentro un’oscurità così profonda da riuscire ad avviluppare chi non è sufficientemente veloce, mentre corre via. Un ultimo appunto, ci sono altri uomini, che brillano come le ultime stelle del mattino. Dentro e fuori. Basta seguire la luce.