CATANIA – “Prendiamo ancora una volta atto che il Ministero dello Sviluppo economico, attraverso le parole del ministro Giancarlo Giorgetti, sta seguendo la vertenza Pfizer Catania continuando a derubricarla come una questione prettamente regionale, anche alla luce della direttiva ministeriale sulla gestione dei tavoli di crisi”. Lo dichiarano, a proposito delle recenti esternazioni dell’esponente del governo sulla vertenza Pfizer di Catania, i segreteri provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Ugl Chimici.
“Aldilà di ogni sfumatura prettamente burocratica, riteniamo però che a livello politico il Ministero debba sostenere lo sforzo della Regione Siciliana nel difendere prima di tutto i 130 lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento e secondariamente, ma non meno importante, – proseguono i sindacalisti – pretendere dalla multinazionale del farmaco garanzie certe e concretamente documentate sul futuro dello stabilimento catanese”.
Ieri pomeriggio, mentre nell’aula della Camera dei deputati il ministro rispondeva a un’interrogazione parlamentare sulla questione Pfizer, le sigle sindacali si trovavano riunite nella sede di Confindustria per per la trattativa con i vertici aziendali. “Considerato che, nonostante la buona volontà delle parti di trovare un punto di incontro, per varie situazioni l’obiettivo di salvare tutti i 130 dipendenti è ancora molto lontano – spiegano i sindacati – C’è il serio rischio di continuare a rilento anche nel corso della prossima riunione convocata per giorno 19 aprile”. Ulteriori incontri, al fine di arrivare a una soluzione, sono state convocate anche per i giorni 20 e 21 aprile.
Il tutto, ricordano i rappresentanti dei lavoratori, “mentre ci avviamo verso la fatidica data del 26 aprile quando, nella sede del Centro per l’impiego, al netto di ulteriori improbabili posticipi, si dovrà concludere il procedimento già prorogato”. E quindi dare il via alle lettere di licenziamento, rendendo di fatto “inutile” ogni ulteriore tavolo di concertazione.
I segretari Jerry Magno, Giuseppe Coco, Alfio Avellino e Carmelo Giuffrida, anche a nome dei rappresentanti sindacali interni all’azienda, fanno notare come “la crisi occupazionale emersa nell’ambito del sito di Catania è di carattere nazionale poiché non riguarda solo un così cospicuo contingente di lavoratori, bensì un intero polo produttivo che ancora oggi non conosce quale sarà il suo futuro”. Poiché sono giudicate insufficienti le rassicurazioni verbali dell’azienda sulle prospettive dello stabilimento della zona industriale catanese.
“Le istituzioni nazionali non hanno soltanto il dovere politico di scongiurare che un solo lavoratore perda il suo posto di lavoro. Hanno il dovere morale di pretendere da Pfizer la tutela dei livelli occupazionali e i necessari investimenti, dopo che la stessa multinazionale è stata il primo fornitore sanitario dello Stato italiano”, concludono i sindacati. Il riferimento, naturalmente, è al vaccino anti-Covid-19. La richiesta, ancora una volta, è che il governo centrale convochi le parti, facendo diventare la vertenza catanese una vertenza italiana.