"La scuola difficile | di mio figlio disabile" - Live Sicilia

“La scuola difficile | di mio figlio disabile”

La storia di un ragazzo disabile (foto simbolo)

La storia è stata raccontata grazie al messaggio di una madre su Facebook. Il figlio disabile - così racconta lei - non può andare a scuola. In tutte le cooperative sociali della provincia, non è disponibile un autobus provvisto della necessaria pedana.

Lo sfogo di una madre
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ARAGONA (AGRIGENTO)- La scuola può trasformarsi in diritto negato per una serie di circostanze? Questa è la storia di un ragazzo di 17 anni di Aragona, affetto da tetraparesi distonica, una malattia che gli impedisce di muoversi e di parlare. Ecco lo sfogo della madre del giovane che in un post su Facebook esprime tutta la sua amarezza perché il figlio – così racconta lei – non può andare serenamente a scuola. Il motivo? In tutte le cooperative sociali della provincia non è disponibile un autobus provvisto della necessaria pedana per il trasporto.

La lettera sui social della madre è intrisa di amarezza e rassegnazione: “Mio figlio ha una tetraparesi distonica con gravissimi danni. Di contro vi è un ottima abilità cognitiva, infatti molti medici lo hanno definito ‘una mente viva ed intelligente intrappolata in un corpo’. Questa sin dall’inizio è stata una verità molto rincuorante ed una certezza positiva, ma siamo di fatto impotenti nei suoi confronti.” È stato proprio il diciassettenne a scegliere come scuola l’istituto Foderà di Agrigento, per il fatto che, come scrive la madre, questa scuola “pone l’accento anche sui progetti e sulle iniziative promosse per gli studenti disabili al quale Stefano era particolarmente interessato”.

Dopo l’iscrizione, iniziano i problemi per i genitori, dovuti ad un trasporto difficoltoso che li costringe ad utilizzare addirittura due automobili, una per il giovane e una per l’ingombrante sedia a rotelle su cui è costretto. “Dal 14 settembre sino ad oggi – continua la madre – siamo sempre stati noi ad accompagnare mio figlio a scuola affinché non perdesse neanche un giorno; il primo mese e mezzo abbiamo viaggiato con due macchine ogni mattina: in una vi era la sedia a rotelle poiché quest’ultima è abbastanza grande e voluminosa, mentre nell’altra vi era proprio Stefano. Abbiamo deciso allora di lasciare la sedia a rotelle a scuola anche se era fondamentale a casa per continuare a mantenere la giusta postura”.

La donna aveva provato a rivolgersi a chi di dovere, scrivendo all’ex Provincia, ricevendo però solo risposte deludenti: “Dopo alcuni giorni dall’inizio della scuola presento domanda per il trasporto all’ex Provincia Regionale di Agrigento – scrive la madre – e durante questo periodo, nell’attesa di una risposta dalla stessa, mi informo se almeno una delle varie cooperative accreditate all’Albo Regionale fosse munita di pulmino con pedana in quanto mio figlio per la sua sicurezza deve viaggiare seduto sulla sua sedia a rotelle e non su un normale sedile di un pulmino. La risposta che arriva è però negativa, sono presenti pulmini tutti senza pedana o comuni macchine”.

Il finale della lettera è amaro: “Esistono tantissime norme che sono finalizzate a facilitare l’inserimento dei ragazzi con disabilità a livello sociale – conclude la madre – ma si limitano ad essere solo belle parole scritte su un foglio di carta, poiché in pratica non vi è stata nessuna facilitazione a riguardo. Tutte le mattine ci prepariamo per accompagnare mio figlio a scuola; in tutto questo io la mattina lavoro e fino ad adesso ho utilizzato le mie ferie per avere questo tempo libero. Le ferie non sono infinite infatti se la situazione dovesse continuare così finiranno. Sarò quindi costretta a far rimanere Stefano a casa. Sono indignata. La politica e le istituzioni giocano sulla pelle dei ragazzi svantaggiati tanto sanno che in fondo i loro genitori farebbero qualsiasi cosa per assistere i loro figli”.


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