Crollo, pompieri scavano ancora |"Non siamo eroi. E' il nostro lavoro" - Live Sicilia

Crollo, pompieri scavano ancora |”Non siamo eroi. E’ il nostro lavoro”

I turni sono praticamente saltati: non c'è personale a sufficienza. "Ci si ferma quando davvero si è così distrutti da non poter essere più di aiuto".

CATANIA – Si scava ancora. A mani nude per verificare che, sotto le macerie del palazzo crollato sabato notte in seguito a una potente esplosione, non ci sia qualcuno. Il lavoro dei Vigili del fuoco prosegue costante, come sempre d’altronde, senza pause. I turni sono praticamente saltati: non c’è personale a sufficienza per garantire i ricambi. “Ci si ferma quando davvero si è così distrutti da non poter essere più di aiuto” – spiega a Livesicilia Salvatore Di Dio. Lui ha preso servizio la domenica mattina, per aiutare i colleghi che sono intervenuti immediatamente per soccorrere le persone – purtroppo non tutte in vita – e per fare in modo che la tragedia non portasse con sé altre tragedie.

“Abbiamo scavato a mano per ore – continua. Le condizioni erano precarie: si è lavorato con la paura che potesse avvenire un altro crollo. Ma in noi è più forte consapevolezza che dobbiamo soccorrere le persone. Quando usciamo, lo sappiamo quello che potrebbe aspettarci, però in quelle circostanze non si può pensare ad altro se non al fatto che ci potrebbe essere qualcuno sepolto sotto le macerie. Non si pensa alla propria sicurezza”. Perché, al di là degli abitanti del palazzo, la possibilità che nelle botteghe interne ci fosse qualcuno non è ancora scongiurata.

“Fortunatamente, fino a ora, non è stato trovato nessun altro – prosegue. Ma si continua a scavare; nel frattempo si tenta di eliminare tutte le parti che potrebbero mettere in pericolo anche i soccorritori. All’interno è tutto distrutto – racconta ancora Di Dio. Dobbiamo scavare fino al pavimento per escludere la presenza di altre vittime. Fino a quando non escluderemo questa possibilità – precisa – non fermeremo le ricerche”.

Un lavoro duro, portato avanti nonostante la scarsezza di mezzi e sopratutto di uomini. “Il personale è poco – continua – siamo dovuti ricorrere ai doppi turni ma tutti volontari. I colleghi hanno lavorato ventiquattro ore di seguito e, in contemporanea, hanno dovuto effettuare altri interventi, anche perché, quando accadono fatti del genere, si scatena la psicosi della fuga di gas e le chiamate al centralino si sono moltiplicate. Anche di fronte la Villa Bellini, domenica mattina, siamo dovuti intervenire per una fuga di gas”.

Lavoro intenso al servizio degli altri. Ma non chiamateli eroi. “E’ il nostro lavoro”.

Foto Elio Sofia.

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