Via Savagnone, sgombero più vicino| Dal Tar 'no' al ricorso degli abusivi - Live Sicilia

Via Savagnone, sgombero più vicino| Dal Tar ‘no’ al ricorso degli abusivi

Dopo l'aggressione a Stefania Petyx uno degli stabili è già stato sgomberato.

PALERMO – Un mese fa le ordinanze del Comune di Palermo e lo sgombero di uno dei due palazzi, oggi la decisione del Tar, che respinge il ricorso delle famiglie che abitano ancora in via Savagnone, alla Noce. Sono in tutto tredici con ventisette bambini, che quel giorno si sono rivolti al Tar tramite l’avvocato Santo Botta.

E’ così iniziata anche la lunga attesa per coloro che tra maggio e giugno scorsi hanno occupato l’edificio in cui si trovavano degli uffici comunali. Famiglie che sin da subito hanno preso le distanze da coloro che hanno agito con violenza nei confronti dell’inviata di Striscia la Notizia: “Non siamo come loro – hanno detto più volte – non è giusto che anche noi, adesso, saremo costretti ad abbandonare queste case. Ci sono bimbi, anziani e invalidi, non abbiamo alternative. Tra di noi ci sono persone in graduatoria per un alloggio popolare da quindici anni, ma non si muove nulla”.

Entrambi gli immobili, attualmente in amministrazione giudiziaria, erano stati presi in affitto dal Comune che aveva già avviato la restituzione dopo il trasferimento degli uffici. E’ proprio su questo aspetto che si basa la decisione del Tar: “L’immobile è oggetto di un contratto di locazione scaduto ed è occupato abusivamente – spiega l’ordinanza – i ricorrenti non hanno alcun titolo per l’occupazione. Il Comune di Palermo deve inoltre restituire gli immobili al proprietario e sembrerebbe potere discrezionalmente scegliere gli strumenti attraverso cui rientrare nella loro disponibilità”.

Insomma, le famiglie abusive potrebbero essere sgomberate da un momento all’altro e d’altronde, l’esecuzione era già prevista per fine ottobre. “Adesso potremmo ricorrere in appello – spiega il legale – decideremo nelle prossime ore. Avevamo chiesto la sospensione dell’ordinanza perché queste persone non hanno altre possibilità. Si tratta di nuclei familiari numerosi, in cui si trovano decine di bambini, alcuni sotto i tre anni. Ci sono anche donne in gravidanza e due disabili. Lo sgombero immediato avrebbe potuto provocare gravi problemi”.

Famiglie che da quando hanno occupato l’edificio hanno messo su veri e propri appartamenti. “Abbiamo pulito questo posto da cima a fondo – dicono – abbiamo portato i pochi mobili che avevamo, rendendolo vivibile”. “Siamo una grande famiglia – aggiungono – ci aiutiamo a vicenda. Ci siamo dati da fare per permettere ai nostri figli di avere un tetto, mandarli a scuola e farli studiare. Abbiamo preso sin da subito le distanze da chi ha aggredito la Petyx, ripetiamo che questi comportamenti non ci appartengono. Non possiamo pagare tutti le colpe di chi ha sbagliato”.

Nel frattempo dall’Amministrazione comunale sono stati resi noti i dettagli della vicenda che riguarda l’affitto degli immobili: “Lo erano fino al mese di settembre del 2012 – spiegano – quando è stata data la formale disdetta dopo la delibera di Giunta che imponeva la riduzione dei costi per fitti passivi. Il costo del canone di affitto è di 357 mila euro annui per i due edifici che nel tempo hanno ospitato una postazione anagrafica e diversi uffici. Il trasferimento successivo alla disdetta del contratto è stato difficile per la mancanza di immobili immediatamente disponibili. Ciò ha reso necessario che l’Amministrazione continuasse a detenere gli immobili in regime di occupazione (con il medesimo costo)”.

“Il pagamento – precisano – avviene su base semestrale e solo per il periodo di effettiva occupazione dell’immobile da parte del Comune. Una parte dell’immobile è stata materialmente liberata dalla Postazione Anagrafica Decentrata nel 2016 e il primo dicembre del 2016 è stata proposta la riconsegna parziale dei locali occupati dalla stessa. Ciò è stato rifiutato dall’amministrazione giudiziaria ritenendo imprescindibile la riconsegna anche dell’immobile occupato dagli uffici dell’Area Tecnica in quanto il contratto sottoscritto in origine era unico. Successivamente alla individuazione di locali idonei per il definitivo trasferimento degli uffici rimasti, si è data comunicazione alla proprietà, dell’intenzione di procedere alla riconsegna totale ad inizio di giugno di quest’anno, ma i locali sono stati subito occupati, come è stato accertato dalla polizia municipale”. 


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