"Viaggio negato a mio figlio autistico". La scuola dice: "Può partire"

“Viaggio negato a mio figlio autistico”. La scuola dice: “Può partire”

Lo sfogo di una mamma. La replica dell'istituto

PALERMO- “Mi presento, sono Francesca, mamma di un ragazzo autistico, con la presente desidero raccontare gli spiacevoli eventi, in ambito scolastico, che hanno minato la mia serenità soprattutto perché hanno determinato e determinano, in maniera negativa, la crescita di mio figlio”. Così ha inizio una lettera, pervenuta a LiveSicilia.it, che, secondo quanto riportato, racconta l’esperienza di uno studente e dei suoi genitori. E che, ancora più a fondo, lascia trapelare le sofferenze generali e condivise di un mondo che andrebbe abbracciato, non blandito con parole di circostanza.

“La nostra lotta per i diritti”

“Sin dalla prima elementare presso l’istituto comprensivo ‘Leonardo da Vinci-Carducci’ ho dovuto lottare per ottenere ciò che di diritto gli spettava – scrive questa mamma – quale alunno disabile, cominciando dalle ore di sostegno che l’istituto non voleva assegnare nella totalità delle ore previste ma in semplice forma ridotta. Ho dovuto, in questo caso, rivolgermi a un legale e ho ottenuto ciò che di diritto gli spettava. Comunque, il percorso scolastico elementare si è concluso benissimo, grazie alla presenza di una insegnante di sostegno amorevole e professionale che ha favorito la crescita didattica ad alti livelli, ma soprattutto un grado di scolarizzazione che ha permesso di migliorare la   socializzazione con l’intero ambiente scolastico”.

“Ma i problemi – si legge ancora – si ripresentano, in ordine di sostegno, quando mio figlio inizia a frequentare la scuola secondaria di primo grado, quanto precedentemente faticosamente conquistato si sgretola sotto i miei occhi”.

Il viaggio d’istruzione

La narrazione prosegue e si arriva al ‘problema più recente’ che viene riferito. “Avrei voluto fargli vivere – scrive la mamma – l’esperienza unica del viaggio d’istruzione in compagnia dei suoi adorati e adorabili compagni, affiancato da me o mio marito, ma, ahimè, la sua professoressa di sostegno non potrà accompagnarlo e la scuola, anziché trovare una soluzione a un diritto di un disabile, si dissolve alle dovute sollecitazioni, lasciandomi intuire una cosa che può sembrare quasi ovvia: ‘se vuole partecipare, basta il genitore’. Ma noi siamo genitori e custodi del nostro bene più prezioso, ma non possiamo sostituirci alla figura del docente di sostegno. Pertanto, per questo comportamento che poco s’addice per una Istituzione Pubblica, mio figlio non potrà partecipare a un momento di crescita personale che gli potrebbe insegnare il concetto di inclusione sociale, tanto decantato per la disabilità”.

 “Spero che questo sfogo di madre delusa – è la conclusione – possa sollecitare un’attenta riflessione sull’intero accaduto affinché non si verifichino più situazioni che possano ancor oggi farci sentire dei diversi”. Francesca, che abbiamo sentito, conferma il suo disagio, a voce: “Mio figlio ha tantissime potenzialità ed è molto migliorato. Alle elementari è andata bene, alle medie no. Noi vogliamo il suo bene”.

La replica della scuola: “Può partire”

La dirigente dell’istituto comprensivo ‘Carducci-Da Vinci’, la professoressa Evelina Maffey, che ha ricevuto la stessa lettera, si dice sorpresa: “La signora Francesca non mi ha mai cercato e, quanto mi risulta, non ha cercato di parlare nemmeno con la coordinatrice di classe. Io ascolto tutti e credo che la comunicazione sia il modo migliore per risolvere i problemi. Chi vuole mi trova a scuola, ogni mattina, dalle sette e un quarto. Attendo questa mamma, quando vorrà, a braccia aperte. Oltretutto, sono stata accanto a un marito disabile per trentaquattro anni, si figuri se non sono sensibile sull’argomento”.

“In ogni caso – conclude la preside – è vero che l’insegnante di sostegno non era disponibile per il viaggio, ma un’altra docente si è resa disponibile al suo posto. Il ragazzo può tranquillamente partire, anche con i genitori”. E chissà che questa cronaca non sia la piccola premessa di quell’abbraccio auspicato quanto necessario.


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