CATANIA – Ritardi, lavori incompleti e assenza d’interlocuzione. È passato quasi un mese da quando gli operatori sociali avrebbero dovuto prendere possesso dell’edificio per farne la “casa delle associazioni”. E invece, i lavori per recuperare Villa Fazio, gioiello di Librino ristrutturato grazie a un ingente finanziamento per la realizzazione di un Polo educativo, sono ancora lontani dall’essere completati. Bisognerà ancora attendere, dunque, per vedere realizzato il Polo Educativo della città satellite, progetto integrato di sviluppo urbano (Pisu) finanziato dal Fondo europeo per lo Sviluppo regionale per oltre 140 mila euro.
Nel frattempo, gli operatori del Sol.Co, il consorzio che dovrà gestire la struttura per il primo anno, lungi dallo scoraggiarsi, organizzano le proprie attività all’esterno. Non senza difficoltà, come spiega a LiveSiciliaCatania Dino Barbarossa, project manager del Consorzio. “La Villa avrebbe dovuto essere consegnata i primi giorni di settembre – afferma – e invece ci troviamo a operare per strada o appoggiandoci alle parrocchie della zona. I lavori non sono stati completati e, comunque – aggiunge – hanno riguardato solo una porzione della struttura”.
Quello che verrà affidato alle associazioni, non si sa ancora quando però, infatti, è
solo il corpo centrale: all’appello manca un corpo laterale e i campetti sportivi, nonostante siano a disposizione 150 mila euro per sistemare il resto della struttura e per pavimentare i campi sportivi, da utilizzare entro il 30 giugno. Non solo. Mancano anche gli arredi – ai quali dovrebbe provvedere il Comune – senza i quali nessuna attività potrà iniziare, e le condizioni di sicurezza.
Tutti elementi che Barbarossa ha illustrato all’amministrazione comunale in un memorandum nel quale rappresenta lo stato dei lavori rispetto al progetto viene consegnato solo il corpo centrale e tutte le criticità esistenti. Come l’impossibilità di usare i campi sportivi. “Basterebbe pulire e mettere le porte, e i bambini del quartiere verrebbero a giocare in massa – prosegue. Inoltre – spiega – pensavamo di adattare per il gioco alcuni campi e, altrove, posizionare una tensostruttura per poter realizzare spettacoli al coperto, momenti di incontro, anche perché Villa Fazio non ha ambienti così grandi da ospitare tante persone”.
E invece nulla. Almeno per il momento. Non solo. Una volta finiti e consegnati – chissà quando – i lavori, le associazioni non potranno usufruire nemmeno della parte esterna, se non in minima porzione, considerata la presenza di tralicci e di una centrale elettrica che, sebbene dismessa, non rappresenta certo il migliore dei luoghi possibile. Anche questo illustrato da Barbarossa nel memorandum. “Abbiamo segnalato il pilone della luce – continua – che è in funzione, emana radiazioni e va messo in sicurezza. Abbiamo rappresentato – incalza – che tutta la parte del parco di Villa Fazio è in condizioni catastrofiche e servirebbe un intervento della Catania Multiservizi. Anche solo per pulire i campi”.
Una situazione che limiterà, e non di poco, le azioni della rete di associazioni. “Le attività che realizzeremo saranno limitate alla parte sistemata –dice ancora. Una situazione diversa dal progetto iniziale che vuole valorizzare al massimo la creatività giovanile e intercettare i bisogni dei giovani, non solo di Librino, ma di tutta la città”. L’idea, ancora viva nella mente di Barbarossa, è di farne un polo catalizzatore. “Questo lo potremo fare nel momento in cui saremo in grado di organizzare iniziative, eventi, insomma tutte quelle attività che i ragazzi non trovano altrove” – sottolinea. Dunque non per il momento.
Ma non si dà per vinto, come non lo fanno le atre realtà vive che operano nel quartiere. “Nonostante le difficoltà logistiche – evidenzia – il nostro progetto sta già dando i suoi frutti: sono già una quarantina le realtà che hanno fatto sistema. La città ha bisogno di questo – continua – e noi stiamo facendo un’operazione dal basso, ascoltando il territorio e aiutando le realtà che operano a coordinarsi, organizzarsi, rendere più efficaci le loro azioni”.
Il fatto che il progetto finisca tra un anno Barbarossa non lo considera un problema, almeno in questo momento. “Se riusciamo a fare bene il lavoro che stiamo portando avanti – afferma – saranno le stesse associazioni e realtà che abbiamo coinvolto e che hanno scelto di investire su Villa Fazio che si occuperanno di Villa Fazio”. Certo, per ottenere questo sarebbe opportuno che il Sol.co possa operare all’interno della struttura. E che possa portare a termine quanto iniziato.
Il progetto scadrà infatti il 30 giugno, quando il Comune dovrà rendicontare tutto. A quel punto si interromperà, verosimilmente, anche l’attività del Sol.co. “Al momento, siamo comunque presenti sul quartiere e lavoriamo in strada o appoggiandoci alle parrocchie, alla municipalità, che ci ospitano e ci consentono di portare avanti la nostra azione”. – assicura Barbarossa. Il termine del 30 giungo del 2015 era previsto nel progetto finanziato “ma – sottolinea – sarebbe dovuto partire due anni fa”.
Un progetto di due anni e mezzo, ridotto a pochi mesi. “Noi da qui non andremo via – conclude – nel senso che continueremo a operare nella rete delle associazioni. Se, terminato il progetto, questo posto non rimarrà a disposizione del quartiere o, peggio, subirà la sorte che ha già avuto in passato, allora si farà un ennesimo regalo alla criminalità, che ha bisogno di distruggere questi posti.