'Villa Sofia' e 'Cervello', il caos | "Un direttore per il rilancio" - Live Sicilia

‘Villa Sofia’ e ‘Cervello’, il caos | “Un direttore per il rilancio”

Gli operatori della sanità inviano una lettera a Livesicilia. Si parla molto delle indagini, del blitz che ha coinvolto la struttura. Chi verrà a salvare un ospedale in crisi?

PALERMO- “Villa Sofia” e “Cervello” una linea unica della crisi, una faglia che si apre e vomita incertezze. Ospedali che soffrono, mentre i giornali raccontano la confusione che si vede in superficie e scrivono solo in parte le storie di quotidiano eroismo e disagio che medici, infermieri e pazienti affrontano insieme. Le cronache della sanità palermitana si occupano, al confine con la giudiziaria, del primario Matteo Tutino, del commissario Sampieri. Ora, c’è una lettera che piomba per spiegare che la ribalta mediatica ha aggravato i problemi presenti. La ferita profondissima scoraggia quanti conservano un pizzico di buona volontà, nel marasma.

Nella lettera che reca in calce parecchie firme – inviata al presidente Crocetta e all’assessore Borsellino – c’è una cronaca esatta e disperata. Si legge: “Si allega documento condiviso dal personale dell’A.O.R. Villa Sofia – Cervello sulla situazione attuale dell’Azienda e sulla proposta urgente per una sua risoluzione. I recenti avvenimenti accaduti presso l’azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’, che hanno portato alla rimozione dall’incarico del commissario straordinario, hanno mostrato all’opinione pubblica una realtà inquietante. I fatti che negli ultimi mesi hanno reso irrespirabile il clima dell’ospedale si sono aggiunti a una situazione grave e difficile, presente da qualche tempo. Come voi ben sapete la nostra azienda nasce dall’unificazione di due ospedali con storie diverse, ma accomunati da problemi simili. L’unificazione, invece di valorizzare le risorse culturali presenti, ha aggiunto altre criticità, mortificando la professionalità di molti operatori.

La nuova azienda non è stata in grado di investire e la situazione si è ulteriormente deteriorata. Non si è creata, soprattutto, nessuna unificazione culturale, né alcun progetto finalizzato all’unione e alla sinergia tra i due presidi ospedali”.

Seguono cenni alle strutture edilizie “fatiscenti”, ai padiglioni chiusi per rischio crolli, ai contratti fragili, a un malessere che arriva da lontano e che non accenna a finire. “Nei prossimi giorni – si legge ancora – dovrete finalmente decidere sulle nomine dei direttori generali. Pretendiamo che la scelta sia fatta celermente e indipendentemente dalle restanti nomine come l’urgenza del caso impone, al di fuori di logiche di appartenenza e contrattazioni politiche. Non mancano nell’elenco dei possibili direttori generali figure in grado di rilanciare l’ospedale, utilizzatele! Tutto questo non a vantaggio solo degli operatori, ma soprattutto a favore dei pazienti”.

E’ un messaggio in bottiglia che descrive con crudezza ciò che accade, ciò che chiunque può verificare dal vivo. Crolli, servizi ridotti al lumicino, caos, giovani medici senza guida né speranza, medici attempati e stanchi, alcuni in trincea, mentre altri hanno gettato tutte le spugne disponibili. Il lamento è chiaro e forte. Chissà se lassù c’è un orecchio in grado di ascoltarlo.

Ps. E chissà se la nuova nomina va nel senso della speranza di molti.


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