PALERMO- Ore cinque meno tredici minuti, pomeridiane, di oggi. La situazione al pronto soccorso di Villa Sofia. Ci sono settantacinque pazienti, di cui trenta in attesa, con un indice di sovraffollamento del 250 per cento. Che cos’è l’indice di sovraffollamento? Si basa sul numero teorico di persone che possono essere ospitate in contemporanea. Per Villa Sofia quel numero è trenta, ciò significa che siamo a più del doppio della capienza (il cento per cento). Ci sono quattro medici e c’è un evidente caos non imputabile al personale sanitario che si spreme con le risorse che ha.
Il rischio positivi al pronto soccorso
Il Ps di Villa Sofia (foto d’archivio) non è dedicato ai pazienti con l’infezione Covid che vengono, al momento, dirottati al ‘Cervello’ e al Civico. Ma può accadere che la rete sia smagliata in qualche punto, come, infatti, è accaduto. E’ il caso di alcuni malati che sono entrati con tampone negativo nell’area d’urgenza e che si sono positivizzati in seguito, durante il non volontario soggiorno. Ecco spiegato perché. Ogni pronto soccorso – anche Villa Sofia – ha dei locali OB, cioè destinati all’osservazione breve delle persone che devono essere ricoverate in reparto. Siccome nei reparti gli spazi sono stretti e mancano, spesso, i posti letto – non è una novità – l’OB si trasforma, a sua volta, in un mini-reparto in cui si può restare sotto osservazione per qualche giorno. Durante quel periodo, qualcuno, che aveva avuto accesso con tampone negativo, si è scoperto positivo al successivo tampone, forse per un progressivo aumento della carica virale. A quel punto è scattato il trasferimento nelle strutture dedicate. Si tratta, ovviamente, di un rischio aggiuntivo di focolai e di contagi.
Civico, il Covid e le scelte
Sono stati, giova ripeterlo, e sono ancora giorni difficili per la sanità siciliana e non solo. Questo per ricordare che non è semplice, nell’emergenza pandemica, governare la macchina.Il pronto soccorso dell’ospedale Civico, nelle ultime settimane, ha accolto soprattutto pazienti affetti da Coronavirus, senza però sacrificare niente. I malati ‘non Covid’ sono stati dirottati altrove dalle ambulanze, ma chi è arrivato con mezzi propri e con un problema grave è stato prontamente aiutato, sia pure in condizioni non semplici. Cosa accadrà, dopo che l’afflusso si è un po’ normalizzato? Nelle stanze della sanità di vertice l’area d’emergenza è considerata in regime normale. Ecco le cifre degli accessi dal 17 ottobre scorso, da quando cioè si è posto il problema con più veemenza. Al pronto soccorso del Civico sono entrate 273 persone, di cui 177 contagiate. Di queste ultime, trentasette sono state dimesse a domicilio, le altre (26) smistate nei reparti o in altri ospedali (31).
I dati siciliani del contagio
Nelle ultime 24 ore si registrano altri 730 casi positivi al Covid in Sicilia, un numero che fa schizzare il totale dei contagi nella regione, dall’inizio della pandemia, a 9136. ci sono undici nuovi decessi, per un totale di 408 morti in tutta la Sicilia. I ricoverati in regime ordinario sono 593, ottantanove quelli in terapia intensiva. Boom di tamponi nelle ultime ventiquattro ore: ne sono stati eseguiti 8015. I guariti sono 123. Sul fronte della distribuzione territoriale a Palermo ci sono 204 positivi in più, a Catania 188, Messina 74, Trapani 77, Ragusa 117, Siracusa 11, Enna 7, Caltanissetta 26, Agrigento 26. Il commissario per l’emergenza a Palermo e provincia, il dottore Renato Costa, lancia l’ennesimo appello: “E’ il momento della responsabilità collettiva”.