Villa Sofia e i materiali scaduti | Tutti i guai del nuovo primario - Live Sicilia

Villa Sofia e i materiali scaduti | Tutti i guai del nuovo primario

Silvio Licata è il nuovo dirigente dell'unità operativa di Chirurgia vascolare. All'orizzonte però si stagliano le nubi di possibili polemiche in una struttura che si è "meritata", suo malgrado, l'appellativo di "polveriera".

PALERMO-IL CASO
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PALERMO – C’è un nuovo primario a Villa Sofia. Silvio Licata è il dirigente dell’unità operativa di Chirurgia vascolare. All’orizzonte si stagliano le nubi di possibili nuovi polemiche in una struttura che, dati di cronaca alla mano, si è “meritata”, suo malgrado, l’appellativo di “polveriera”.

La nomina di Licata è stata firmata dal commissario Ignazio Tozzo a metà giugno. Con l’autorizzazione dell’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, la quale conferma che si tratta di un settore che affronta emergenze e dunque escluse dal cosiddetto blocca nomine del ministro Balduzzi. La scelta di Licata è praticamente uno degli ultimi atti di Tozzo, visto che martedì scorso la giunta di Rosario Crocetta ha dato il via libera ai decreti di nomina di 15 nuovi direttori generali di Asp e Ospedali. Un via libera che ha chiuso una vicenda lunga, controversa e accompagna, neanche a dirlo, da polemiche e accuse. La prima commissione all’Ars aveva sollevato dubbi sull’iter di selezione e sugli effettivi titoli in possesso di qualche manager.

Tozzo fu scelto per traghettare Villa Sofia nella fase post Giacomo Sampieri, il manager travolto dalle polemiche e “costretto” a fare le valigie dopo aver ricevuto un avviso di garanzia assieme al primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino. Si ipotizza che alcuni interventi estetici siano stati spacciati per operazione inserite fra le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale. Ed ancora che Tutino non abbia i titoli per dirigere il reparto e che ci siano strani intrecci dietro il progetto della Banca del seme. Sulla faccenda titoli e  nomina c’è un ricorso pendente al Tar e presentato dagli esclusi del concorso. Il primario ha sempre sostenuto non solo di avere le carte in regola, ma che il titolo accademico conseguito all’estero, su cui si sono accese le polemiche, non era neppure necessario per essere dichiarati idonei. Sampieri e, soprattutto, Tutino si sono sono sempre difesi con il coltello fra i denti, lanciando accuse sulle precedenti gestioni del reparto e dell’ospedale. Sono stati denunciati dai carabinieri del Nas e hanno contro denunciato tutta una serie di presunte irregolarità. A cominciare da quegli armadietti pieni di medicinali e presidi scaduti trovati da Tutino al suo arrivo in reparto. I medici che non hanno vinto il concorso hanno fatto fatto ricorso al Tar.

La faccenda è sub iudice come lo era stato anche il concorso che nel 2010 doveva portare alla nomina del primario di Chirurgia vascolare. Allora come oggi si arrivò ad una cerchia di idonei, tra cui lo stesso Licata. Chi restò fuori ritenne di fare valere i propri diritti in Tribunale, salvo poi fare marcia indietro.

Il ricorso non è l’unica analogia. Visto che il neo primario si dovrà confrontare subito con un tema caldo, caldissimo che riguarda il ritrovamento di decine e decine di prodotti scaduti e mai utilizzati. Nei giorni in cui – siamo ad inizio estate dell’anno scorso – quando scoppiava la polemica prima e l’inchiesta giudiziaria poi in Chirurgia plastica si decise di controlla il magazzino della Chrirurgia vascolare. E venne fuori che era pieno di roba non utilizzata. Uno “spreco” che supera i 200 mila euro. Merce comprata anche nel 2010 quando Il primario di oggi, Licata, era il facente funzioni di allora. Tozzo spegne sul nascere ogni cattivo pensiero: “Mi chiedo se la responsabilità sia di chi li ha fatti comprare o di chi li ha fatti scadere. Si poteva allertare la farmacia e valutare cosa fare ed invece ci sono segnalazioni di prodotti scaduti presentate appena qualche giorno fa. È una vicenda che merita un approfondimento”.

Sul fatto che Tozzo abbia scelto di fare una nomina quando ormai stava per subentrargli il neo manager Gervasio Venuti? “Stiamo parlando di un reparto che si occupa di emergenze, cioè di casi in cui ci si trova di fronte a persone che rischiano la vita – spiega Tozzo -. Ho chiesto l’autorizzazione all’assessorato due volte, la prima a settembre e la seconda a fine aprile. Cosa avrei dovuto fare, starmene con le mani in mano visto il mio ruolo di traghettatore? Se c’è chi solleva perplessità lo fa per insoddisfazione personale”. Tozzo sa bene che le polemiche di cui sopra più che all’orizzonte sono dietro l’angolo. Non le vivrà in prima persona. Il traghettatore passa il testimone. Ritiene di avere svolto al meglio il suo incarico: “Penso di avere fatto abbastanza per cercare di portare serenità e di riavviare la produttività. È chiaro che adesso bisognerà prendersi una serie di responsabilità che solo un manager con un incarico a medio e lunghi termine è giusto che si assuma”. Ad esempio? “La razionalizzazione della farmaceutica. È vero gli acquisti hanno bisogno di celerità, ma non possono essere fatti dai singoli primari. Servono ordine e regole. Dal canto mio ribadisco che ho cercato di contribuire creando serenità, non so se ci sono riuscito, ma ci abbiamo provato e non spetta a me dire con quali , risultati”.


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