PALERMO – “Avevo chiesto al sindaco di supportarmi, che anche il Comune di Villabate si costituisse parte civile, non ho avuto nessun riscontro positivo”. Il dirigente comunale è rimasto da solo.
L’amarezza del funzionario
Il processo è iniziato. Paolo Cuccia non ha nascosto l’amarezza, visto che è per il suo ruolo di responsabile dello Sportello unico per le attività produttive che sarebbe stato aggredito e minacciato.
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Francesca Mazzocco, Cuccia non avrebbe ceduto alle pressioni dell’imprenditore Maurizio Tarantino, padre delle tre socie che hanno rilevato l’Antica caffetteria Santa Rosalia a Villabate.
Era già stata fissata la data dell’inaugurazione, ma le autorizzazioni comunali non erano ancora arrivate. Tarantino avrebbe fatto irruzione nell’ufficio comunale e messo il dirigente con le spalle al muro: “Se non fate subito questa pratica sfascio tutto”, avrebbe detto.
“Io l’ammazzo…”
La documentazione era incompleta e c’erano delle incongruenze tra i lavori previsti e quelli realizzati. Tarantino sarebbe tornato al Comune. “Lei è un cornuto e sbirro, io l’ammazzo”, avrebbe urlato al dirigente del Suap prima di colpirlo con un pugno al petto. Il fratello qualche giorno dopo è andato a scusarsi, ma ormai si erano attivati i carabinieri.
Lo scorso novembre Tarantino è finito in carcere per violenza e minacce a pubblico ufficiale aggravate dal metodo mafioso. L’aggravante, però, è caduta al Riesame e all’indagato, difeso dagli avvocati Marco Clementi e Domenico Cacocciola, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
“Siamo qui per ascoltare i problemi e cercare di risolverli, ma intimidire o arrivare alle mani assolutamente no”, aveva detto il sindaco di Villabate, Gaetano Di Chiara, una volta appresa la notizia. Il processo è iniziato. Il Comune non si è costituito parte civile. Ormai non c’è più tempo. Lo ha fatto solo Cuccia con l’assistenza dell’avvocato Massimo Motisi.
“Solo un equivico”
Di Chiara parla di un grosso equivoco. Spiega di avere chiesto all’ufficio legale come comportarsi. L’equivoco nascerebbe dal fatto che il Comune di Villabate non è stato individuato come parte offesa. Circostanza che non è vincolante, però. L’amministrazione avrebbe potuto ugualmente costituirsi parte civile.
Una cosa Di Chiara la promette: il bar di piazza Figurella, che è regolarmente aperto, deve adeguarsi alle prescrizioni e sono in corso dei lavori.