"Volevo solo portare un fiore"|Lacrime, rabbia e caos ai Rotoli - Live Sicilia

“Volevo solo portare un fiore”|Lacrime, rabbia e caos ai Rotoli

C'è chi denuncia la pietà negata. Arriva la replica del Comune (foto d'archivio).

PALERMO- Alla fine del maggio scorso, Laura Ammannato, palermitana colpita da un grave lutto, scriveva: “In pieno lockdown, è venuta a mancare mia zia. L’ultimo saluto, per ovvie ragioni, fu impossibile. Oggi volevo portarle un fiore. Al cimitero dei Rotoli cataste di salme in attesa di tumulazione. Ho chiesto informazioni per individuare quella di mia zia. Mi è stato indicato un deposito dove l’accesso era di fatto impraticabile. Non so dove ho trovato la forza di stare in piedi. Ho cercato tra le centinaia di foto attaccate alla meno peggio sulle casse. Ho visto cose che voi umani… Tutto era inaccettabile, indegno ed estremamente doloroso”.

Oggi, a commento di un articolo del ‘Giornale di Sicilia’, che narra di cinquecento bare in attesa di tumulazione, proprio ai ‘Rotoli’, Laura torna a scrivere sui social: “E lì c’è ancora la salma di mia zia che è deceduta il 15 marzo… La cui bara, tra le centinaia ammassate, non sono riuscita neanche ad individuare”.

Al telefono, la voce di Laura Ammannato è dolente, più che adirata: “Mia zia era una persona semplice che regalava a tutti un sorriso”.

Secondo la cronaca fin qui disponibile, non solo mancano i posti liberi per il rito della pietà, ma non funziona nemmeno il forno crematorio. Laura ripercorre quel giorno di fine maggio: “Uno spettacolo scioccante. Dovevi scavalcare le bare per entrare e scavalcare le bare è come salire sopra i defunti. Io volevo salutare mia zia. Sono entrata. C’erano foto stropicciate, immagini di ragazzi, di donne”.

Palermo Infelicissima che maltratta spesso i vivi, riserva dunque lo stesso trattamento ai morti?

L’assessore: “Stiamo lavorando”

L’assessore Roberto D’Agostino, un ingegnere con un curriculum importante che ha la delega ai Cimiteri, ha anche l’entusiasmo del neofita ed è motivatissimo, pur davanti a ostacoli che somigliano a montagne.

“Con tutto il massimo rispetto per il dolore e per i disagi che non neghiamo, di cui ci scusiamo, che ci siano bare introvabili non mi risulta e non è mai risultato in alcun momento. La situazione è questa. Abbiamo la lista dei defunti destinati a una tomba di famiglia che scorre velocemente. Poi ci sono i loculi ipogei, prefabbricati e interrati, che rappresentano una soluzione importante. Sempre con il massimo rispetto, perché parliamo di affetti essenziali per chiunque, il nostro problema è un basso coefficiente di rotazione delle salme, perché ci sono dei tempi tecnici di attesa, stabiliti dalla legge, che alcune tipologie di sepoltura hanno reso più lunghi. Penso che il progetto, a buon punto, del cimitero di Ciaculli sarà essenziale. Sul forno crematorio stiamo provvedendo con una sistemazione definitiva, non con i pannicelli caldi, per renderlo davvero funzionale. Stiamo lavorando sodo”.

L’assessore sembra determinato. E ha il garbo di scusarsi ogni volta che i dettagli possono apparire troppo crudi. Ognuno ha seppellito qualcuno. Del resto, il problema delle sepolture quaggiù è perenne. E irrisolto da anni.

C’è traffico per i vivi e per i morti. Ma facciamo in modo che almeno la pietà per chi non c’è più sia un diritto disponibile, tra le ombre e i sospiri di Palermo Infelicissima.


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