SIRACUSA – Come sembrano lontani i giorni della grande rabbia con le conferenze stampa sotto la sede della Prefettura di Siracusa e le minacce di incatenarsi in tribunale e di fare ricorso all’Antimafia. Dopo la sentenza con cui il Cga ha accolto il suo ricorso, disponendo il ritorno alle urne per le Regionali 2012 in nove sezioni tra Pachino e Rosolini, Pippo Gennuso ritrova tutta la serenità dei tempi migliori. “Ma io in realtà sono sempre stato sereno”, replica lui, ex deputato regionale Mpa che ha da subito contestato il risultato delle elezioni del 2012, reclamando un seggio che è sempre stato convinto gli spettasse e che invece – per i numeri ufficiali – gli era scappato per una manciata di voti: 93. Eletto Pippo Gianni, fuori Gennuso.
Ma che qualcosa non quadrasse l’ex lombardiano lo aveva subito denunciato, avviando una battaglia che aveva fatto emergere una discrepanza di cifre tra le schede consegnate e quelle votate in quelle nove sezioni in cui tra 45 giorni si dovrà adesso tornare a votare. Mero errore di calcolo dei presidenti di seggio o dolo? Sarà compito della magistratura stabilirlo perchè se è vero che con la sentenza del Cga si chiude il percorso amministrativo della vicenda, rimane in piedi quello penale. Alcune settimane fa, Gennuso è stato ascoltato dal procuratore capo, Giordano, a cui ha consegnato un voluminoso faldone. Poco dopo, anche Pippo Gianni ha chiesto di essere ascoltato in Procura. I fatti sono noti: pochi giorni prima del riconteggio delle schede, disposto sempre dal Consiglio di Giustizia, gli incartamenti spariscono. Erano custoditi nel Tribunale di Siracusa, in uno dei piani interrati. Ci sarebbe però stato un problema con le tubature, un allagamento e la decisione di buttare tutto in discarica. Senza un verbale, lasciando spazio a mille dubbi. Per la verità, Pippo Gennuso ha subito parlato di brogli. Ma adesso sceglie una linea più morbida, soddisfatto dal ritorno alle urne. “Giustizia è fatta”, ripete con uno dei suoi legali a fianco. “Adesso faremo valere questa sentenza per riprendermi il seggio che mi spettava”, spiega sicuro. Il ritorno all’Ars lo sente quasi in tasca. “Pachino e Rosolini sono il mio territorio. Non credo avrò problemi. Forse non avrei neanche bisogno di fare campagna elettorale, la gente mi voterà”, dice come si trattasse di una sorta di partita da giocare in casa. E quello che era il suo “avversario” diventa quasi un alleato a sorpresa. “Ho grande rispetto per Pippo Gianni, è un maestro della politica. Non avrà problemi anche lui ad essere comunque eletto”. Già, perchè a fare le spese di questo ritorno alle urne potrebbe essere il solo Coltraro. Il notaio di Augusta, eletto con il Megafono, avrebbe perso in quella parte di territorio siracusano il sostegno numericamente importante dell’ex sindaco di Rosolini, Giuca, prezioso alleato elettorale nel 2012. Voti che potrebbero finire divisi adesso tra Gennuso e Gianni mettendo in difficoltà proprio l’esponente del Megafono. Ipotesi. Di certo c’è che i sei deputati eletti nel siracusano mostrano una sorta di calma apparente. Ma i circa 8 mila voti di quelle nove sezioni rischiano di spostare gli equilibri per uno o due di loro. Sulla eventuale decadenza dei sei decide l’ufficio di presidenza dell’Ars e la posizione di Ardizzone è chiara: “restano in carica fino alle nuove elezioni”. Soddisfatti, ovviamente, i legali di Gennuso, il palermitano Gerolamo Rubino e Pinello Romano.