PALERMO – Adesso ci credono tutti, la salvezza è alla portata del “nuovo Palermo”. Anche il presidente rosanero Maurizio Zamparini inizia a pensare al miracolo; e pure se non lo urla a gran voce, ha fatto intendere comunque di essere molto più fiducioso rispetto alla scorsa settimana in cui dichiarò di vedere un Palermo in serie B al 70 per cento. Il punto forte dei rosanero è Beppe Sannino: “È arrivato Sannino e ha dato spirito nuovo e motivazioni che mancavano alla squadra – ha detto Zamparini -. Quello che non ci credeva, e che lo trasmetteva alla squadra, era Gasperini, quindi adesso è cambiato tutto. Mandare via Sannino non è stata la scelta giusta, ma è stata anche una stagione di quelle tragiche, quando perdi otto partite all’ultimo minuto vuol dire che anche la sfortuna ti gira contro, il Palermo se la giocherà fino alla fine. Fra l’altro il mister sarà certamente riconfermato: ha anche grande esperienza di B, anche se spero non serva”.
Zamparini al contrario dei giorni scorsi ha bloccato anche il mercato e le conseguenti dichiarazioni: “Per ora siamo concentrati sulla salvezza, i miei giocatori al momento non li tratto. In futuro vedremo, l’importante è fare punti per salvarci”. Dalla salvezza passa anche il futuro del club e possibili nuovi investimenti, come lo stadio: “Lo faremo perché è una ricchezza, la Regione Sicilia ha fatto la legge per permetterci di costruire, mentre in Italia abbiamo una politica disastrata, con una legge ferma da quattro anni in Parlamento e mai varata che avrebbe permesso a tutti di beneficiarne”. Infine sugli arbitraggi e il retroscena su Aronica: “Io trovo strano che parlano di errori arbitrali Milan e Inter, quando la sudditanza psicologica non ha mai favorito il Palermo ma proprio le grandi squadre. Anche ad Aronica quando è arrivato qui ho detto: a Napoli non ti fischiano certi rigori contro, a Palermo sì. Certi club sono più protetti ma questo fa parte del calcio. Quello che è tragico è la volontà di non farsi aiutare dalla tecnologia. Il giudice di fondo ha aumentato la possibilità di errore dell’arbitro, che in certe situazioni deve decidere da solo”.