Che cos'è l'inchiesta Iblis - Live Sicilia

Che cos’è l’inchiesta Iblis

La storia delle indagini
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L’inchiesta Iblis dei carabinieri del Ros ruota attorno a presunti rapporti tra esponenti di Cosa Nostra, politici, amministratori e imprenditori, culminata con un blitz nella notte del 2 e del 3 novembre del 2010. Il governatore Raffaele Lombardo sulla vicenda è intervenuto il 13 aprile 2010 in un’ infuocata seduta dell’Assemblea regionale siciliana sostenendo di essere vittima di “uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti per far cadere il Governo e la legislatura con mezzi politici, o mediatico e giudiziari o anche fisicamente”. Secondo Lombardo, la “campagna contro” sarebbe partita per la “riforma della Sanità e per avere bloccato appalti per i rifiuti in cui aveva interesse la mafia”. Nell’inchiesta confluiscono anche intercettazioni come quella a presunto boss di Ramacca, Carmelo Di Dio, che bolla il governatore come ” un cornuto che non ce n’é…”. E’ lo stesso Di Dio a raccontare a un suo amico che Angelo (nella foto) e Raffaele Lombardo sarebbero andati a trovarlo alla vigilia di una competizione elettorale nonostante lui fosse un sorvegliato speciale. Il governatore dopo l’elezione sarebbe diventato inviso agli uomini del clan, perché, dicono, “‘e’ inavvicinabile”, tanto che sperano che venga “sfiduciato e mandato a casa” dalla maggioranza all’Ars.

Sono diverse le lamentele di esponenti della cosca. Come quella del capomafia Enzo Aiello che a Giovanni Barbagallo, il geologo ritenuto il collegamento tra mafia e politica, dice: “Un messaggio a Raffaele Lombardo gli si deve fare arrivare…”. “Non solo – aggiunge – non scordatevelo, gli ho dato i soldi nostri! Del Pigno… glieli ho dati per la campagna elettorale…'”. Lo stesso Aiello contesta la decisione di Raffaele Lombardo di mettere dei magistrati nel suo governo: “Questo è un cornuto che non ce n’é!”. Ma i legali del presidente rimarcano come “le capillari investigazioni svolte in questi anni non hanno registrato alcun contatto telefonico, personale o di altro genere con soggetti appartenenti a Cosa Nostra né alcun iniziativa del nostro assistito volta ad agevolare o, in qualche modo, favorire interessi illeciti”. Di recente Lombardo ha affidato a Gioacchino Genchi un incarico difensivo di parte. L’ex vice questore ritiene il governatore “una vittima”. Come nelle accuse mosse da Di Dio: quel giorno, infatti, secondo gli accertamenti di Genchi il leader del Mpa era in un’altra parte della Sicilia e su Barbagallo sottolinea che era incensurato fino al 2010, un ‘dato che vale non solo per i carabinieri del Ros ma anche per Lombardo”.

(Fonte ANSA)


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