Pta di Giarre, "truffa aggravata" | Il gip: "Indagate su Scavone" - Live Sicilia

Pta di Giarre, “truffa aggravata” | Il gip: “Indagate su Scavone”

Novità per la questione dell'appalto al Pta di Giarre. Spunta la truffa aggravata. E il gip chiede al pm accertamenti sul manager Antonio Scavone (nella foto)

Nuove contestazioni
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Colpo di scena nel procedimento per l’appalto affidato senza gara al marito di Anna Finocchiaro, il gip Marina Rizza ha ordinato al pm Alessandro La Rosa di riformulare il capo d’imputazione contestando a tutti gli indagati la truffa aggravata nell’erogazione di pubbliche forniture oltre all’abuso d’ufficio, ma anche di valutare l’iscrizione nel registro degli indagati del manager Antonio Scavone, braccio destro di Raffaele Lombardo nel mondo della sanità.

La colpa di Antonio Scavone, sino al 2009 manager dell’Asp 3 catanese, sarebbe quella di aver messo in moto la macchina che burocraticamente ha consentito, nel giro di circa due anni, l’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione del Pta di Giarre, alla Solsamb Srl rappresentata da Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro. Per questo, il sostituto procuratore La Rosa, uno dei massimi esperti nel settore della pubblica amministrazione della procura di Catania, sta valutando con attenzione tutti gli atti che lo avevano portato a sentire, soltanto nella qualità di persona informata sui fatti, il manager Antonio Scavone. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari Scavone non risultava tra gli indagati, la procura aveva infatti ritenuto non sussistere a suo carico elementi di rilevanza penale. Ma il gip Marina Rizza, (la stessa che dovrà valutare il 28 giugno la posizione dei fratelli Lombardo nel procedimento per mafia che li vede imputati coatti), “ha esaminato gli atti dell’accusa -spiega a Livesicilia l’avvocato Carmelo Galati, legale di Scavone- ritenendo sussistere per tutti gli indagati, oltre all’abuso d’ufficio, la truffa aggravata nell’erogazione delle pubbliche forniture”.

Ma non basta. Il gip Rizza, ripercorrendo l’iter che ha consentito al consorzio del marito di Anna Finocchiaro di ottenere senza gara l’affidamento di un appalto da 1,7milioni di euro, ha ritenuto determinanti le deliberazioni effettuate durante la gestione di Scavone. “Per questo -continua Galati- il gip ha chiesto al pm La Rosa di valutare con attenzione l’operato di Scavone sotto il profilo dell’abuso d’ufficio e della truffa; ma il pm è sempre libero, dopo la valutazione, di chiedere il rinvio a giudizio dei soggetti che ritiene responsabili; del resto La Rosa in passato non ha ritenuto sostenibile in giudizio alcuna accusa a carico di Scavone”.

A questo punto si apre un passaggio importante del procedimento per il Pta di Giarre, visto che secondo Galati, “questa ordinanza del Gip Marina Rizza rappresenta l’espressione di una valutazione sui fatti che rappresenta una causa di incompatibilità del giudice che dovrebbe astenersi, in futuro, dal giudicare lo stesso procedimento”. In pratica, secondo la difesa di Scavone, in futuro Marina Rizza dovrebbe astenersi dal procedimento e quindi la posizione del manager dell’Asp 3 è tutta da vedere. La palla è passata infatti al pm Alessandro La Rosa, che adesso, dopo l’imput del gip, deve riesaminare, sul piano giuridico, le motivazioni che lo hanno portato a escludere in un primo momento Antonio Scavone dai possibili responsabili dell’appalto per l’informatizzazione del Pta di Giarre.

Parla Scavone.
Contattato da Livesicilia, l’ex manager dell’Asp 3 si dice “sereno”. “Non sapevo di questa novità -spiega Scavone- mi trovo a Torino, posso dirvi che durante la mia gestione è stato semplicemente presentato il progetto a Roma. E’ venuto a trovarmi Melchiorre Fidelbo con i soci del consorzio e, alla luce della legge dell’ex ministro alla Salute Livia Turco, mi è stato consegnato il progetto delle Case della Salute. Progetto che poi è stato trasferito agli organi competenti a livello regionale e nazionale. Quindi penso che la mia posizione non sia perseguibile, ma in ogni caso ho massima fiducia nella magistratura”.

Gli indagati
Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro, è indagato in qualità di amministratore unico della Solsamb, insieme all’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Giuseppe Calaciura, al direttore amministrativo dell’Asp, Giovanni Puglisi, e alla responsabile del procedimento, Elisabetta Caponetto. Al centro dell’inchiesta c’è la delibera n.1719 del 30 luglio del 2010 che ha autorizzato l’Asp di Catania a stipulare un convenzione con la Solsamb per il Pta di Giarre. Una delibera per un appalto milionario che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”.

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