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Questi fantasmi

Protesta all'università
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Si sono vestiti da fantasmi, ma non sono entità trasparenti e surreali: gli studenti palermitani che dicono no all’occupazione delle facoltà e al blocco delle lezioni sono tanti. Davanti alle affollatissime segreterie di viale delle scienze manifestano per un autentico diritto allo studio che significa poter entrare in aula, partecipare alle lezioni e ai laboratori, che spettano di diritto perché pagati dalle loro tasse e sostenere esami senza interruzioni dell’anno accademico.

Striscioni e pupazzi esprimono il loro dissenso dalle manifestazioni che stanno paralizzando in queste settimane l’ateneo di Palermo. Con un megafono in mano Valeria, secondo anno di Lettere e filosofia, spiega il senso di questa protesta: “Noi vogliamo protestare contro i baroni delle nostre facoltà e contro questa parentopoli che taglia le gambe al nostro futuro. Ora i prof sono al nostro fianco ma perché si toccano i loro privilegi”. E’ vergognoso, continua Valeria, “che invitino gli studenti a non andare a lezione per scioperare con loro o fare assemblee inconcludenti. Sappiamo che ci lasceranno soli appena la loro casta sarà garantita e i tagli ricadranno sulle nostre spalle.” Francesco, laurea specialistica in storia è ancora più esplicito: “Si i tagli sono eccessivi ma anche gli sprechi si sono moltiplicati”. E denuncia senza mezzi termini: “Ci hanno fatto credere che poli decentrati e sotto casa avrebbero garantito maggiore efficienza in realtà hanno moltiplicato le cattedre per figli, nipoti e cugini”. Il coordinamento “Diciamo no alla sospensione delle lezioni e dell’anno accademico” è nato su Facebook spontaneamente dopo le prime proteste contro la riforma Gelmini e in poche settimane ha raccolto 2600 iscritti. Alla manifestazione di stamattina però erano presenti in 80 “proprio perché gli altri sono a lezione vogliamo essere coerenti, oggi manifesta chi è libero” spiega Gianmaria di Giurisprudenza. Francesco rivendica un’identità che non è né di destra né di sinistra “perché non vogliamo essere strumentalizzati da partiti politici che si prendono i meriti del cambiamento, anzi quando abbiamo provato a distribuire i nostri volantini alle assemble e nei cortei siamo stati minacciati”. Da qui l’aver ideato una protesta separata ed indipendente da “Figli di nessuno” come è scritto nei loro manifesti. Li considerano un po’ le pecore nere di questo movimento studentesco ma in realtà di nero c’è solo il libro che questi studenti hanno cominciato a scrivere con tutti gli sprechi e le inadempienze dell’università. Gianmaria ne racconta alcuni: “Siamo senza aule e si spendono cifre esorbitanti per affitti senza che si provi ad investire in nuove strutture. E poi c’è la moltiplicazione dei dipartimenti: ce ne sono ben 83 nella nostra università ed alcuni con appena due professori”. La lista è lunga e gli studenti la presenteranno nelle prossime settimane al rettore Lagalla insieme alla richiesta di ripristinare lezioni e vita accademica ordinaria.


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