Difendiamo il diritto all'istruzione, no ai tagli delle borse di studio

Difendiamo il diritto all’istruzione, no ai tagli delle borse di studio

Gli studenti meritevoli sono il nostro capitale umano

Nella Finanziaria regionale che dovrebbe essere approvata entro il 9 gennaio mancherebbero 42 milioni di euro per esaudire le domande dei 18mila studenti le cui richieste di borse di studio sono state già accettate. Situazione determinata dall’aumento delle domande oltre che dai tagli ai fondi nazionali. Le borse di studio sono una risorsa essenziale per moltissimi studenti universitari per coprire spese quali l’acquisto dei libri, i costi dei trasporti o, ancora, dell’affitto (o, almeno, di una sua parte) per gli studenti fuori sede.

Cosa dice l’art. 34 della Costituzione

Siamo nel 2023. Terzo millennio. Alle spalle secoli di lotte per il riconoscimento dei diritti sociali: alla salute, all’assistenza, al lavoro. E allo studio. Sì, perché lo studio è un diritto, consacrato dai commi 3 e 4 dell’art. 34 della Costituzione, laddove si afferma che i soggetti capaci e meritevoli, anche se privi dei mezzi economici, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, prescrivendo che la Repubblica debba rendere effettiva tale potestà. Nonostante ciò, ancora oggi, ci sono giovani costretti a battagliare per conseguire ciò che dovrebbe essere loro garantito tout-court.

I finanziamenti non possono essere ridotti

L’Italia è, tra i paesi capitalisti, quella che ha una delle quote più basse di laureati. Ecco perché i finanziamenti in favore dell’istruzione non solo non devono essere ridotti ma andrebbero piuttosto aumentati, anche a costo di sacrificare qualche altro capitolo di spesa. Ed è un dovere che i nostri governanti devono pubblicamente assumersi. Dovere la cui violazione potrebbe (o dovrebbe?) essere tenuta in considerazione al momento del rinnovo della fiducia nel segreto nell’urna. Certo, sarebbe più edificante che non ci si preoccupasse di questo. Che il diritto fondamentale all’istruzione esulasse da valutazioni di opportunità politica o da ritorni in termini di consenso elettorale. Sull’istruzione non si deve risparmiare.

Il capitale principale è quello umano

Legittima soddisfazione, dunque, per il rispetto dei termini entro i quali dovrebbe essere approvata la manovra Finanziaria. Ma c’è poco da esultare se poi mancano i fondi per quello che è volano essenziale per la crescita del Paese. Perché il capitale principale è quello umano. Una società che tollera che i giovani debbano lottare per integrarsi è una società destinata a perdere risorse e potenzialità. Le diseguaglianze vanno compensate attraverso un sistema che sia articolato e di sostegno.

Occorre creare criteri uniformi di assegnazione delle borse di studio, nonché di pagamento delle stesse. La potestà legislativa in materia di diritto allo studio universitario è di competenza esclusiva regionale, spettando allo Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni erogate dalle università. La corresponsabilità di un finanziamento è ripartita invece tra Stato e Regioni le quali, all’interno dei loro territori, non dettano regole uniformi creando in tal modo disparità di trattamento tra una regione e l’altra. Con buona pace della necessità dell’erogazione dei LEP in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale.

L’Inghilterra prevede i loans (prestiti)

Criteri omogenei di assegnazione, dunque. Ma non solo. In questo contesto, appare particolarmente meritevole di interesse le esperienze, ad esempio, dell’Inghilterra. Lì sono previsti i loans, prestiti, per supportare economicamente gli studenti universitari nel percorso di studi; lo studente, a sua volta, si impegna a rispettare le condizioni del prestito e a restituirlo non appena sarà nelle condizioni economiche di farlo. La previsione di tali modalità ha trovato riscontro anche qui in Sicilia: un disegno di legge prevede un sistema analogo di prestiti a favori dei nostri universitari erogato da istituti bancari e i cui interessi verranno garantiti dall’Irfis attraverso la costituzione di un fondo di garanzia. Sostanzialmente a costo zero, visto che il fondo si autofinanzia con la restituzione dei prestiti stessi.

Gli strumenti dunque esistono. È dovere di tutti fare in modo che il nostro capitale umano non si disperda. Non servono modifiche strutturali, serve impegno. Nel nome e per conto del fondamentale diritto all’istruzione. Speranza o illusione?


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