In manette responsabile | dello sportello immigrazione| e imprenditori agricoli - Live Sicilia

In manette responsabile | dello sportello immigrazione| e imprenditori agricoli

Traffico di immigrati a Siracusa
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Per ottenere un contratto di assunzione dovevano sborsare dai 4 ai 7 mila euro ma, appena arrivati in Sicilia, gli immigrati provenienti dal nord Africa, venivano abbandonati a se stessi senza lavoro, senza soldi e senza alloggio. In quindici, questa mattina, sono stati arrestati a Siracusa al termine dell’inchiesta “Uomini e caporali” condotta dagli uomini della Digos e coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

Al centro del business un funzionario della Direzione provinciale del lavoro di Siracusa, Salvatore Busà, 48 anni, responsabile dello Sportello unico per l’immigrazione. Sarebbe lui, secondo gli investigatori, la figura centrale dell’inchiesta partita nel luglio 2007 e che ha scoperto la fitta rete di sfruttamento dell’immigrazione clandestina.
I mediatori, per lo più extracomunitari, contattavano all’estero i propri connazionali che volevano entrare in Italia. Un ingresso che, secondo la legge, può avvenire solo a condizione di avere già un posto di lavoro. L’idea, allora, era quella di ‘vendere’ un falso contratto di lavoro in aziende, per lo più agricole, della provincia di Siracusa. La somma versata dagli immigrati sarebbe poi stata divisa tra i mediatori e lo stesso funzionario.

Nell’inchiesta, che ha portato in carcere anche tre imprenditori agricoli di Rosolini, Rosario Caruso, 61 anni, Vincenzo Cicciarella, 42 anni, e Vincenzo Terranova, 45, sono coinvolti anche un commercialista, Corrado Vaccarisi, 53 anni, ed un consulente del lavoro di Vittoria, Salvatore Puccia, 41 anni. In carcere due marocchini, Hamid Siraoui, 41 anni, e Abdellilah Wadia, di 25. Ai domiciliari un imprenditore agricolo di Rosolini, Luigi Candiano, 48, ed un imprenditore edile di Canicattì, Diego Guarneri, di 40. Tra le persone agli arresti domiciliari anche l’unica donna coinvolta, una tunisina di 48 anni, Bent Ahmed Tobni Aicha, ed un cittadino del Bangladesh, Muhammad Rafiqui Islam, titolare di un negozio a Catania.
Nel faldone d’inchiesta almeno 300 posizioni irregolari ed anomale emerse dal monitoraggio dei soli flussi del 2007. A Siracusa si è passati in breve tempo da un volume di richieste di circa 200 lavoratori per anno ad oltre un migliaio.

di Prospero Dente


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