Ma fu vera rivoluzione?| Chi c'è dietro i nuovi manager - Live Sicilia

Ma fu vera rivoluzione?| Chi c’è dietro i nuovi manager

Lottizzazione o merito?
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Nessun riconfermato, nessun uomo vicino all’Udc, tanto per ribadire che il presunto riavvicinamento tra Lombardo e scudocrociato è ancora lontano, un magistrato a capo della Asl più importante. Eccola la rivoluzione della sanità siciliana. Ma dietro nomi ai più sconosciuti si possono intravedere alleanze e complicità che disegnano la nuova mappa del potere. Con l’ala Miccichè che risulta ancora fortemente premiata da queste nomine: all’asse che fa riferimento al sottosegretario forzista fanno infatti riferimento Franco Maniscalco, uomo vicino alla ministra Stefania Prestigiacomo e messo a capo dell’Asl di Siracusa, Fabrizio De Nicola, vicino all’assessore all’Agricoltura Michele Cimino e ora a capo dell’Asl di Trapani e Dario Allegra, già ai vertici delle municipalizzate di Palermo e nominato al vertice del Civico di Palermo. Tre caselle importanti che confermano il patto di ferro siglato tra Lombardo e Miccichè, a scapito delle altre ali forziste, meno rappresentante in questa tornata di nomine. Prendiamo il fronte che fa riferimento al presidente del Senato Renato Schifani, ad esempio: tra i nominati l’unico di assoluta fede è Mario La Rocca, attuale dirigente dell’Assessorato al Turismo, già ai vertici delle Ferrovie siciliane e ora al Policlinico di Palermo. Uomo di Francesco Scoma, e vicino quindi sia all’ex assessore regionale che all’attuale sindaco Diego Cammarata è invece Ignazio Tozzo, designato al Vittorio Emanuele di Catania, ma che i boatos dell’ultimora danno per rinunciatario, considerato che per accettare la nomina dovrebbe rinunciare alla prestigiosa poltrona di direttore dell’assessorato alla Presidenza. Nella tornata decisa nel corso della maratona notturna, un paio di nomi sembrerebbero trovare cittadinanza dalle parti di An, come quello di Armando Caruso, al vertice del Papardo di Messina e anche quello di Salvatore Cirignotta, magistrato del Tar del Lazio, messo alla guida dell’Asl 6 di Palermo, la più grande e importante a livello regionale, consigliato pare da Francesco Storace ma forte anche di una sua amicizia personale con Russo. La parte del leone, evidentemente, la fa l’Mpa del presidente Raffaele Lombardo che piazza tutti i suoi pezzi da novanta, come Paolo Salvatore Cantaro (Asl di Caltanissetta), già nella segreteria di Giovanni Pistorio ai tempi della sua permanenza all’assessorato alla Sanità; o come Ettore Gilotta, fedelissimo di Lombardo, nominato al’Asl di Ragusa; o come Angelo Pelicanò, per il quale si sono aperte le porte della strategica Asl di Catania; piazza un suo fedelissimo anche l’assessore Massimo Russo, al quale è ascrivibile la nomina al “Cervello” di Salvatore Di Rosa, già primario di Medicina a  Villa Sofia. Una curiosità: tra i nominati anche alcuni direttori generali già designati come manager o commissari dalla precedente giunta di Salvatore Cuffaro e poi non riconfermati, come Salvatore Oliveri ad Agrigento, Salvatore Giuffrida a Messina e Giuseppe Pecoraro al Policlinico della città dello Stretto, “Vuol dire che non sono più appestati” commenta ironicamente l’ex governatore.

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