Sesso scritto e sesso orale - Live Sicilia

Sesso scritto e sesso orale

Il prurito del docente
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C’è una ragazza che ha un “abboccamento” con un professore. Il professore non è mica uno da bau bau micio micio. Secondo le informazioni a disposizione, è il Professore. Coccolato dalla politica, amico di questo e di quello, grande officiante dei riti accademici, conto in banca (sicuramente meritato) da capogiro. Ecco, però – spiace dirlo – il Professore nell’intimità delle sue lenzuola è un uomo come gli altri, con gli stessi istinti canini. Qui la cronaca si intorbidisce. Si dice – e non si dice soltanto – che il Prof abbia ammiccato verso la studentessa, agitando il miraggio di un occhio di riguardo all’esame, in cambio di altrettanto riguardo di occhi e di mani nell’intimità. Cioè.  Un trenta in cambio di… La studentessa  la racconta così. E porta prove a sostegno della sua tesi, non universitaria. Prove che appaiono assai pregnanti. E va in tv  a spiattellare il tutto. Il Professore verosimilmente ci rimane di sasso, perché visto in tv, benché protetto da una nuvoletta, ci fa un po’ una figura fecale. Per l’esattezza: la figura di un presunto e suadente corruttore (e il “presunto” lo affibbiamo per inveterato residuo garantista). Il Professore si allontana dall’insegnamento. Punta all’oblio, secondo le informazioni a disposizione. Pure l’università pare d’accordo: sia dimenticato.
Insomma, sembrerebbe una storiella pecoreccia del tipo la liceale (non) ci sta col docente. Sembrerebbe, se non ci fossero alcune questioni di mezzo. Eccole. Che farà l’università di Catania? Vorrà lavarsene le mani o prenderà una più robusta e coerente posizione? Come si svilupperà l’inchiesta dei magistrati? In caso di provata colpevolezza, sarà consentito al Professore il godimento della pensione?  Dobbiamo, eventualmente, credere che il meccanismo del voto un-tanto-a-botta sia una deprecabile eccezione di quell’ateneo, o trattasi di racket consolidato messo in campo dai Professori di ogni genere e vaglia? E se fosse? Come la metteremmo con le racchie, o belle e oneste, o brutte e oneste, e meritevoli che devono maneggiare le sudate carte prima di arrivare al frutto che altre magari colsero per essere più brave al sesso orale che allo scritto? Come potremmo credere al decoro dell’istituzione che pomposamente si definisce università, millantando precetti di vita e di cultura? Più delle escort e dei trans che allietano le cronache, non è forse questo un dibattito cruciale? Infine l’ultima domanda: c’è ancora un angolo libero in questo Paese per vomitare in santa pace?

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