Fra le carte di Raccuglia| spunta Rino Lo Nigro - Live Sicilia

Fra le carte di Raccuglia| spunta Rino Lo Nigro

Il superburocrate regionale annuncia querela
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Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sul contenuto della documentazione sequestrata all’ex latitante Domenico Raccuglia, catturato domenica scorsa dopo 13 anni da fuggitivo. Gli investigatori sono alle prese con i “pizzini” e con i nomi “isospettabili” di fiancheggiatori del boss di Altofonte. Emergono nomi di presunti prestanome che con le loro aziende stanno svolgendo lavori per conto della provincia. E viene fuori una foto, un ritaglio di giornale di Gaspare Lo Nigro, un superburocrate regionale, oggi direttore dell’agenzia regionale per l’impiego. Il particolare è stato rivelato dall’odierna edizione del quotidiano “Repubblica”, in un articolo a firma di Salvo Palazzolo e Franco Viviano che, dice Lo Nigro, saranno destinatari di una querela.

Rino Lo Nigro, 54 anni, vecchio aderente alla Democrazia cristiana, del paese del boss, Altofonte, è stato vice sindaco. Nelle fila dello scudo crociato viene eletto alla provincia regionale di Palermo e nel 1990 è assessore nella giunta Lo Vasco, a Palermo. Poi diventa vice sindaco dell’esecutivo cittadino guidato dall’ex magistrato Aldo Rizzo. Nel suo curriculum anche una collaborazione con l’ex sottosegretario agli Interni, Ferdinando Russo, e più di recente, l’avvicinamento all’Udc. Il suo nome non è nuovo per i magistrati in quanto coinvolto in altre inchieste antimafia.

Nel processo Andreotti, nel 1998, Giovanni Brusca lo annovera nelle amicizie del fratello Emanuele. “Tramite Lo Nigro – diceva Brusca – mio fratello aveva appreso che il giudice Carnevale non avrebbe più presieduto il maxi processo (in Cassazione, ndr)”. Ma già un anno primo, lo stesso Brusca, aveva sollevato il sospetto che Lo Nigro fosse l’autore dell’anonimo circolato a palazzo di giustizia, a Palermo, pochi giorni dopo l’eccidio di Capaci, in cui si rivelavano una serie di contatti fra mafia e politici della Dc in ascesa. Lo Nigro respinse le accuse, “non hon mai fornito notizie riservate a nessuno, non ero in grado di farlo, non ho mai scritto lettere anonime”. E sulla conoscenza con Emanuele Brusca, Lo Nigro aveva tagliato corto: “Ci conosciamo dai tempi dell’azione cattolica”.

Ma non è finita qui. Il nome di Lo Nigro torna nell’inchiesta sulle talpe alla Dda di Palermo. Fra le conversazioni intercettate nel salotto di Giuseppe Guttadauro, medico, boss di Brancaccio, Salvatore Aragona – altro medico vicino al boss – diceva: “Guarda che Lo Nigro è uomo del Sisde”. La sua fonte? Un politico.

Infine Lo Nigro è anche nelle carte con le quali i magistrati di Palermo hanno chiesto il  rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa per l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. Un testimone, Gaspare Romano, ha raccontato che 15 anni fa aveva visto Cuffaro a un conviviale a Portella della Ginestra. Con lui c’erano Santino Di Matteo, Emanuele Brusca e Rino Lo Nigro.


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