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Ecco perché Termini non è competitiva

Fiat, la Fiom attacca la casa torinese
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(di Alfredo Pecoraro Ansa) Se lo stabilimento di Termini Imerese non è competitivo, come sostiene il Lingotto, “dipende soltanto dalle scelte industriali della Fiat e non da altri fattori come infrastrutture o posizione geografica”. Ne è convinta la Fiom che sfida l’amministratore delegato Sergio Marchionne proprio sui “dati”, quelli che secondo il top manager dovrebbe capire il ministro per lo Sviluppo Claudio Scajola prima di definire una “follia” l’eventuale chiusura di Termini Imerese. L’analisi della Fiom parte dal costo dell’auto a Termini Imerese: mille euro in più, secondo la Fiat, rispetto agli altri stabilimenti del gruppo. Ciò è dovuto, rileva il sindacato di Gianni Rinaldini, esclusivamente alle politiche del Lingotto. “Circa l’80% di questo costo – sostiene la Fiom – è legato alla decisione della Fiat di farsi carico degli oneri per il trasporto dei componenti per l’assemblaggio della Lancia Ypsilon. L’auto si produceva a Melfi e le aziende dell’indotto scelsero di rimanere in Basilicata”. Altro elemento “é il mancato utilizzo della piena capacità degli impianti che possono produrre 800 vetture al giorno, invece oggi ne producono 300”. Sul costo, prosegue il sindacato, incide anche “la decisione della Fiat di non utilizzare le via del mare per il trasporto delle auto in continente, preferendo il gommato”. “Il porto dista appena 500 metri dallo stabilimento – spiega la Fiom – Fino a cinque mesi fa le auto venivano caricate sulle navi a Termini Imerese, poi l’azienda ha deciso di trasportarle fino a Catania, dove c’é un centro di smistamento; ovviamente ciò fa lievitare ulteriormente i costi”. Per il leader della Fiom Gianni Rinaldini, “sbaglia Marchionne quando fa la comparazione tra la produzione in Italia e in Brasile: da noi in tutti gli stabilimenti c’é la cassa integrazione, in Brasile si produce a pieno regime”. “Non ha senso ridurre gli stabilimenti e l’occupazione in Italia – aggiunge – Siamo il paese che produce meno auto tra i paesi industrializzati e importiamo automobili”. Per quanto riguarda produttività e costo del lavoro, la Fiom sottolinea che “Termini Imerese è in linea con gli altri stabilimenti, ed è seconda solo a Melfi e non lo dice il sindacato ma la Fiat” . Il sindacato ricorda che “la Fiat aveva deciso appena un anno fa di investire su Termini Imerese per creare un polo d’eccellenza dell’auto e aveva quantificato la spesa in 1,3 miliardi di euro, di cui il 50% di finanziamenti pubblici”. Dopo la caduta del governo Prodi e del governo Cuffaro in Sicilia, il Lingotto, continua la Fiom, cambiò strategia, riducendo gli investimenti: 550 milioni e l’assegnazione della Nuova Lancia Ypsilon, come previsto nell’accordo dell’aprile 2008. “La realtà – dice Mastrosimone – è che Termini Imerese ha le carte in regola per diventare il punto di riferimento della Fiat, tanto più che la Regione siciliana è disposta a investire 400 milioni di euro e altri 100 milioni il governo Berlusconi. Spetta a Marchionne la scelta”.


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